Nato nel 1935, morto il 16 marzo 2008. Peccato che Francesco Giuzio sia vivo e vegeto, abbia 79 anni e risieda a Bari, dove è sempre vissuto. Ma per il Comune, l'Inps, l'Asl e tutte le altre istituzioni italiane risulta deceduto. Un incredibile errore burocratico. Che gli sta costando caro. Come riferisce il Corriere della Sera, infatti, la Previdenza non solo gli ha sospeso la pensione, ma ha anche chiesto ai famigliari la restituzione di 72mila euro. Quelli della pensione che avrebbe "indebitamente" percepito negli ultimi sei anni da cadavere. Ancora: la Sanità, credendolo morto, ha rifiutato la sua richiesta di analisi per il diabete, lasciandolo potenzialmente senza cure. Infine, la ciliegina sulla torta: pur essendo vittima di una clamorosa svista, a chi è toccato girare per decine di uffici per dimostrare la sua "esistenza in vita" con tanto di certificato? A lui ovviamente. "Oltre al danno la beffa. Inoltre, dopo tutta la trafila, mi hanno garantito che le cose sarebbero state sistemate nel giro di poche ore. Invece non ho ancora ricevuto gli accrediti della pensione". Quanto al motivo che avrebbe fatto scattare la catene di errori burocratici, l'anziano barese ha un sospetto: "Il 16 marzo 2008 è morto prematuramente mio figlio 37enne. Una data che deve aver innescato qualche incredibile scambio di persona".
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