Come previsto, le testimonianze in programma domani all'udienza per il processo sul naufragio della Costa Concordia salteranno. I due testi dell'accusa Manrico Giampedroni e Jacob Rusli Bin non saranno in aula: il primo, hotel director della Costa, è in navigazione e rientrerà dopo l'11 aprile; il secondo, il timoniere indonesiano, è irreperibile e gli inquirenti non sono riusciti a rintracciarlo nelle campagne di Giacarta, dove dovrebbe vivere.

In ogni caso, all'udienza di oggi, al teatro Moderno di Grosseto, sono intervenuto Gianni Onorato, ex direttore generale della compagnia, e Pier Luigi Foschi, ex presidente e amministratore delegato di Costa Crociere spa.

LA TESTIMONIANZA DI ONORATO - "Per noi (di Costa, ndr) quella nave (la Concordia, ndr) non doveva essere in quel posto a quell'ora quella notte". E' la risposta che Gianni Onorato ha dato ai difensori dell'ex comandante Francesco Schettino, processato in quanto ritenuto responsabile del naufragio, avvenuto il 13 gennaio 2012, e della morte di 32 persone. Inoltre, ha ricordato come sulla scheda di valutazione dell'ufficiale, relativa al 2008, in merito alla sua attività, Schettino fosse stato ritenuto insufficiente per quanto riguardava la leadership e gravemente insufficiente "nel trasferimento di informazioni ai vertici dell'azienda". Ma "ci fidavamo comunque" di lui, "altrimenti non gli avremmo affidato la responsabilità della Costa Concordia e di altre navi della compagnia", ha precisato Onorato.

I RICORDI DI FOSCHI - "Ero in Guadalupa, sulla nave Costa Luminosa, quando il 13 gennaio 2012 mi chiamò il direttore generale Gianni Onorato circa alle 22.30 ora italiana. Lui era in montagna con la famiglia, mi disse che lo avevano informato che Costa Concordia aveva urtato una roccia al Giglio, aveva la voce di una persona in apprensione. La mia reazione è stata che il mondo ti cade addosso, ero lontano, non avevo informazioni". Sono state le parole di Pier Luigi Foschi durante l'udienza. "Mi recai subito al comando della nave, dove c'era Garbarino, chiesi dov'era l'isola del Giglio, abbiamo consultato insieme le carte nautiche che avevamo e l'Ais su Internet per rintracciare la posizione della nave, c'è stato un periodo convulso di 40-50 minuti, dimenticai il telefonino in cabina". Poi, ha ricordato Foschi, "chiamai Onorato, ma non sapeva molto, e poi il vicepresidente esecutivo Manfred Ursprunger, erano circa le 23, il quale mi disse che lo sbarco era praticamente terminato e che a bordo c'era solo l'equipaggio: ma poi Ursprunger mi richiamò chiedendo scusa per le informazioni sbagliate che mi aveva dato prima dicendomi che l'inclinazione della nave era superiore e che lo sbarco dei passeggeri non era ancora terminato. Mi cadde il mondo addosso per la seconda volta".
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