"A processo". La Procura della Repubblica di Taranto ha chiesto all'ufficio del gip il rinvio a giudizio per 50 persone e tre società coinvolte nell'inchiesta sul disastro ambientale allo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Tra coloro che rischiano il processo, oltre alla famiglia Riva, proprietaria della fabbrica, c'è il governatore della Puglia, Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata. A rischiare di finire alla sbarra anche i vertici dirigenziali vecchi e nuovi dell'Ilva prima del commissariamento, gli ex assessori regionali Lorenzo Nicastro e Nicola Fratoianni, l'ex presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido, e il sindaco del capoluogo ionico, Ippazio Stefàno. Completano l'elenco dirigenti e funzionari ministeriali e della Regione Puglia, un poliziotto, un carabiniere, persino un sacerdote, nonché uno stuolo di dirigenti ed ex dirigenti del Siderurgico tarantino. Ad 11 indagati la Procura contesta il reato di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, reati contro la pubblica amministrazione, avvelenamento di acque e sostanze alimentari. Senza contare l'imputazione per omicidio colposo per la morte di due operai.
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