Nonostante il funerale della loro madre sia già stato celebrato, i figli di Grazia Bruno, 68 anni, non si arrendono e chiedono, con una formale denuncia, di riavere la bara della donna perché, dicono, potrebbe essere viva ed essersi risvegliata.

La vicenda si trascina orma dal 6 febbraio: la signora Bruno, ricoverata in una clinica, viene riportata a casa a seguito di un tumore al pancreas in fase terminale e muore poco dopo. Trascorsi alcuni giorni, i figli si rifiutano di procedere al seppellimento, perché, dicono, si tratta di un caso di "morte apparente". La loro madre, sostengono, non mostra segni di decomposizione: le unghie appaiono normali, il colorito anche, la temperatura rimane costante, e non si è mai verificato il rigor mortis. Questo nonostante diversi medici ne abbiano dichiarato il decesso. La storia si era conclusa, almeno così sembrava, con un'ordinanza del sindaco che ordinava la tumulazione e la rassegnazione dei quattro figli. Oggi, invece, il nuovo colpo di scena: i ragazzi chiedono che la salma venga nuovamente esaminata: sono convinti che possa essere viva e si sia risvegliata nella bara. Per questo hanno presentato una formale denuncia al procuratore Maurizio Scalia. Il feretro, intanto, fino a mercoledì rimarrà in un deposito del cimitero di Carini (Palermo), per la definitiva tumulazione. La Procura ha aperto un fascicolo a carico di ignoti e ha sequestrato le cartelle cliniche della donna.
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