I più giovani lo ricordano soprattutto per "Lineablu", il programma di Rai1 in cui raccontava il mare italiano, ma Puccio Corona aveva alle spalle una lunga carriera in Rai. E' morto ieri a Roma a 71 anni. I funerali si terranno domani alle 13 nella chiesa di Santa Maria dei Monti nella capitale. Corona comincia la carriera nella sua città, Catania, dove nasce il 9 aprile del 1942. Fratello di Vittorio, anche lui giornalista, e zio di Fabrizio, segue le orme del padre, capocronista del quotidiano La Sicilia, lavorando giovanissimo nello stesso giornale, per il quale segue vari sport minori mentre frequenta la facoltà di Scienze politiche. Nel 1976 viene assunto nella redazione catanese della Rai e si fa poi conoscere al grande pubblico come uno dei volti di "Tutto il calcio minuto per minuto" di Paolo Valenti e Maurizio Barendson. Trasferitosi a Roma nel 1985, lavora al Tg1 nella redazione di "Uno Mattina, sostituendo poi Piero Badaloni alla conduzione nel 1989. Nel 1994 passa quindi alla conduzione di "Lineablu", programma da lui ideato, dove racconta per diversi anni la vita e le meraviglie della costa italiana. Dal 1998 lascia la conduzione di "Lineablu" e torna come inviato al Tg1. E' in Medio Oriente e nei Balcani, per Speciale Tg1 e per Tv7 realizza inchieste e reportage in Italia e all'estero. In particolare si ricorda la sua inchiesta sulle vittime dell'immigrazione clandestina nel Canale di Sicilia, sulla cosiddetta "Strage di Porto Paolo", che anticipò di anni temi che sono oggi di tragica attualità. La morte di Corona, uno dei volti più familiari della tv, ha suscitato il cordoglio in tutto il mondo del giornalismo edin particolare alla Rai e al Tg1. L'Usigrai lo ha ricordato in una nota come "uno dei volti storici della Rai".
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