Venticinquemila euro. Questa la somma che dovrà risarcire Beppe Grillo a Giorgio Galvagno, ex sindaco berlusconiano di Asti, per averlo accusato di tangenti nel corso di uno spettacolo tenutosi nella città piemontese nel 2003. La condanna nei confronti del comico e leader del Movimento Cinque Stelle è stata confermata dalla Corte di Cassazione. Secondo la Suprema Corte: Galvagno (che è stato anche parlamentare di Forza Italia) "fu sì coinvolto in un procedimento penale in cui altri coimputati avevano effettivamente preso tangenti, ma lui non fu mai imputato per aver ricevuto indebitamente denaro o altre utilità dallo smaltimento illegittimo di rifiuti tossici, come invece affermato da Grillo". Non accolto, dunque, il ricorso presentato da Grillo dopo la sentenza d'appello, anch'essa a lui sfavorevole, pronunciata dal Tribunale di Torino nel 2012. Gli stessi ermellini, infatti, hanno dichiarato "manifestamente privo di pregio" il reclamo sottolineando che "non può essere riconosciuta la discriminante" della satira "nei casi di attribuzione di condotte illecite o moralmente disonorevoli, di accostamenti volgari o ripugnanti, di deformazione dell'immagine in modo da suscitare disprezzo della persona e ludibrio della sua immagine pubblica".
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