Il quadro clinico dei due nuovi pazienti, entrambi in isolamento, "non è grave", riferisce il ministero della Salute. La bimba è all'ospedale pediatrico Meyer e la collega dell'uomo, un'italiana quarantenne, a Careggi. Restano ancora sotto osservazione una quarantina di persone, operatori sanitari, parenti e colleghi del quarantacinquenne che hanno avuto contatti con lui negli ultimi giorni. Il monitoraggio riguarda l'eventuale comparsa dei sintomi della Sars, ovvero febbre alta, tosse, e nei casi più gravi difficoltà respiratoria. Sintomi più severi di quelli di una normale influenza o di un raffreddamento, malanni piuttosto diffusi in questo periodo a causa del tempo instabile e degli sbalzi di temperatura. La trasmissione da persona a persona, hanno assicurato stamane gli esperti in una conferenza stampa all'ospedale di Careggi, è molto limitata. "La malattia - spiega il dottor Giuseppe Petrioli, responsabile del dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria di Firenze - ha un basso rischio di contagiosità interumana. Ciononostante i soggetti che hanno avuto un contatto ravvicinato con il paziente sono stati tutti identificati e avvertiti del fatto che se presentano dei sintomi respiratori o febbre è opportuno che si rivolgano al medico. Non c'è necessità di fare profilassi con vaccini o terapia antibiotica anche perché sarebbe inutile. In generale, l'attenzione va rivolta a soggetti che rientrano da paesi mediorientali dove la malattia ha una certa diffusione, oltre che, come abbiamo subito fatto qui, alle persone entrate in contatto con un malato". L'unità di crisi è scattata con immediatezza ed è pronta ad affrontare nuovi casi anche se, allo stato attuale, la situazione non è di allarme, ha sottolineato l'assessore regionale alla Salute Luigi Marroni. Il quarantacinquenne era di ritorno, sabato scorso, da un viaggio di 40 giorni in Giordania per vedere la famiglia: un figlio sarebbe stato colpito da influenza e lui, ovviamente, gli è stato vicino. L'area a rischio Sars per il modo in cui il virus s'è diffuso ed è stato osservato, a partire dal maggio 2012, comprende Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania, Qatar. Alcuni casi si sono verificati nel Regno Unito, in Francia e Germania. L'uomo è arrivato in Italia dalla Giordania con un volo Amman-Vienna-Bologna. "Per routine - ha spiegato Emanuela Balocchini, dirigente del Settore Servizi di Prevenzione in Sanità Pubblica della Regione Toscana -, così come accade per esempio per i casi di tubercolosi, noi avvisiamo il ministero che attraverso i suoi uffici portuali e aeroportuali si incarica di rintracciare i passeggeri che hanno viaggiato vicino al paziente, di solito quelli 2-3 file davanti e dietro". Durante il viaggio il paziente stava già male, ha raccontato il dottor Alessandro Bartoloni, responsabile del S.O.D malattie infettive e tropicali dell'Aou di Careggi dove il giordano è ricoverato da martedì. Domenica è quindi stato a casa e lunedì s'è presentato al lavoro. Ma, evidentemente, il giorno dopo le sue condizioni sono peggiorate, da qui la decisione di andare al pronto soccorso dell'ospedale di Santa Maria Nuova, nel centro storico di Firenze. I medici hanno capito subito che non si trattava di una banale influenza. (ANSA). GRO
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