Un divieto, al di là dell'errore grammaticale di quel 'ai', accompagnato da una lunga spiegazione preliminare - "siamo spiacenti: ma per maleducazione e non rispetto delle regole, e numerosi furti.." - e una postilla: "non per razzismo". Il piccolo cartello è stato sistemato in una delle vetrine di un piccolo bazar appena sopra un enorme manifesto con la classica scritta "svendita totale".

"L'ho messo io quel cartello, qualche giorno fa", dice la commessa al Giornale di Vicenza, indicando che il titolare che passa raramente "mi ha consigliato di toglierlo, perché dice che così rischio solo guai". Poi la spiegazione: "gli zingari passano sempre di qua, entrano in otto o dieci o anche di più: sono sempre gli stessi e hanno sempre dei bambini con loro, che vanno in giro per il bazar". Io non riesco a controllarli e poi, ogni volta, è sempre la stessa storia: rubano". "So che questo è un luogo aperto al pubblico e so cosa può pensare la gente. Ma no - rileva -, non sono razzista; l'ho anche scritto. Sono marocchina, vivo qui da 12 anni e so che esistono le regole e io le rispetto. Non sono razzista ma le regole devono valere per tutti. Sennò non dite a me che tratto qualcuno in maniera diversa". A fine marzo, intanto, vista la crisi, il piccolo bazar dovrebbe chiudere.

CARTELLO SPARITO - E' stato rimosso il cartello con la scritta "vietato entrare ai zingari". Il negozio stamani è stato aperto per alcune ore e poi chiuso perché la commessa ha dovuto assentarsi "per commissioni". Sulla vetrina, però, è sparito il piccolo foglio arancione con la scritta e una motivazione al divieto di ingresso legata a presunti furti.
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