La Cassazione ha deciso alle 2,30 di questa mattina: ricorso respinto, per Marco Carboni resta intatta la condanna a nove anni di reclusione inflittagli in primo e secondo grado a Cagliari.

L'ex assessore regionale ai Trasporti era accusato di aver rapinato e violentato l'ex moglie nell'abitazione di Selargius il 23 settembre 2013.

Secondo la ricostruzione della Procura era entrato la sera dalla porta principale, era mascherato (un casco sulla testa) e armato di coltello, aveva chiesto soldi ai presenti (c'erano anche la baby sitter e il suocero), legato la figlia e dato uno schiaffo all'ex moglie per poi portarla in camera da letto e costringerla a spogliarsi.

Ma era stato riconosciuto. Per primo dal cane Paulette, che scodinzolava davanti all'uomo che teneva in ostaggio l'intera famiglia fingendo di avere un accento albanese. Perché tutto questo? Per gli inquirenti non accettava la separazione. Voleva vendicarsi.

Carboni, che ieri era a Roma assieme ai suoi avvocati Leonardo Filippi, Denise Mirasola e Luigi Isolabella, ha sempre negato ed era convinto che prima o poi i fatti gli avrebbero dato ragione.

L'ex moglie si è costituita parte civile con gli avvocati Luigi Concas e Massimo Macciotta.

L'udienza è durata due ore e mezza, il procuratore generale ha parlato per un'ora. La decisione è arrivata a notte fonda. E non era quella che si aspettava.

L'ex assessore si è già costituito, presentandosi al carcere di Uta.

Andrea Manunza

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