Quando l'infermiera le ha raccontato quello che aveva sentito, non voleva credere alle sue orecchie.

Cristina Deidda, specialista del day service di terapia del dolore e palliativa del San Giovanni di Dio non avrebbe mai potuto immaginare che il razzismo avrebbe fatto capolino anche in quel reparto. Invece, lunedì, ha fatto un'amara scoperta: quattro parenti di alcuni pazienti si sono lamentati perché lei si stava occupando di un malato senegalese.

La stessa dottoressa racconta l'episodio nella sua pagina Facebook: "Nel mio ambulatorio ci prendiamo cura di pazienti delicatissimi, con imponente dolore o per accompagnarli in ogni modo al loro termine ultimo. Tutto il personale lo fa con cortesia, amorevolmente e con dolcezza, come da formazione specialistica (avrei, altrimenti, fatto un altro lavoro). Ho purtroppo saputo, in ritardo, che pochi giorni or sono, mentre mi allontanavo dall'ambulatorio per accompagnare un mio paziente di origine senegalese, per una consulenza specialistica da me stessa richiesta, ben quattro persone, accompagnatori di altri miei pazienti in attesa di visita, si sono lamentati di dover attendere per "colpa di un nero".

Incredibile che un episodio si sia verificato in un reparto in cui ci si prende cura di pazienti alle prese con patologie incurabili. In un reparto in cui ci si preoccupa della "qualità della vita" ma anche della "qualità della morte".

E Deidda si rivolge direttamente all'inconsapevole protagonista della vicenda: "Chiedo scusa, a nome dei concittadini sconosciuti ma intolleranti nei riguardi del paziente. Mi vergogno profondamente".

Marcello Cocco
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