"Come potevo aspettarmi una tragedia così immensa. In casa Ignazio non è mai stato aggressivo. Con me era rispettoso, ma non parlava molto. Chiedere l'intervento di uno psichiatra? Forse siamo stati distratti dalle nostre vite, ma poi si sprofonda nell'incubo".

Rispondendo alle domande del presidente della Corte d'Assise, Giovanni Massidda, l'insegnante e giornalista Dario Serra ha così descritto l'angoscia e il senso di rimorso che lo attanagliano dal 2 maggio 2017, quando il nipote Ignazio Frailis, disoccupato di 47 anni, ha ucciso a Capoterra, con 11 coltellate, la vicina di casa sessantenne Maria Bonaria Contu.

Maria Bonaria Contu (foto archivio L'Unione Sarda)
Maria Bonaria Contu (foto archivio L'Unione Sarda)
Maria Bonaria Contu (foto archivio L'Unione Sarda)

L'imputato da anni viveva con lo zio insegnante che ha descritto l'evolversi della tensione e delle ossessioni del nipote. A originare le dispute tra la famiglia della vittima e il disoccupato sarebbero state le parolacce che il pappagallo della donna avrebbe pronunciato a suo dire contro l'imputato.

"Mi diceva che lo umiliavano - ha ricordato Dario Serra - considerava i vicini delle persone codarde perché utilizzavano il pappagallo per offenderlo".

L'imputato era in aula, accanto ai difensori Fabio Pili e da Luigi Porcella, mentre la famiglia della donna si è costituita parte civile con Carlo Pilia.

A rappresentare l'accusa c'era il procuratore aggiunto Paolo De Angelis che ha coordinato le indagini che hanno portato all'arresto immediato dell'imputato.

La Corte d'Assise tornerà a riunirsi l'8 ottobre e, quel giorno come dall'inizio del processo, torneranno ad accendersi le telecamere di "Un Giorno in Pretura", la trasmissione della Rai che sta seguendo tutte le udienze.

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