Il presidente della Camera Roberto Fico ha incontrato il presidente della Repubblica araba d'Egitto, Abdel Fattah Al-Sisi nel corso di una visita Al Cairo.

Con il capo di Stato ha parlato del caso di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano trovato morto nel febbraio del 2016 vicino a una prigione dei servizi segreti egiziani.

Sulla vicenda "dobbiamo arrivare a un processo che senza dubbio sarà complicato ma serve un passo avanti. Senza questo passo in avanti, è chiaro e l'ho detto anche al presidente del Parlamento egiziano, che i rapporti tra i Parlamenti sono molto complicati. Senza passi avanti seri e sostanziali in un processo che porti a una verità definitiva per prendere gli uccisori di Giulio Regeni e non solo quelli materiali i rapporti sono complicati, poco sereni, sono tesi", ha detto Fico.

"Ho ricordato che Giulio Regeni è un nostro ricercatore, italiano, che è stato sequestrato, torturato e ucciso ed è stato torturato per sette giorni e ho detto al presidente che non è certo stato torturato da cittadini comuni perché c'è stata una sofisticazione nelle torture che non appartiene ai cittadini comuni. Gli ho detto che quando il corpo è stato ritrovato è come se fosse morto una seconda volta perché ci sono stati una serie di depistaggi", ha poi aggiunto ancora il presidente della Camera.

"Perché prima era un ragazzo che faceva delle feste particolari, poi una spia, poi invece è stato vittima di una banda di criminali che poi è stata uccisa dalla polizia egiziana. Sono stati ritrovati i documenti di Giulio ma alla fine era tutta una montatura e i casi sono stati smontati subito", ha ricordato.

"Al-Sisi - ha poi concluso - mi ha assicurato che è una priorità per l'Egitto ma io sono stato molto chiaro nel dire che adesso servono i fatti".

(Unioneonline/F)

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