Tzia Maria Carrus ha 102 anni ma le sue mani, instancabili, nascondono i segreti di un mestiere antico ma sempre attuale: quello della panificazione.

Ma quelli di Tzia Maria non sono segreti, visto che nella sua lunga vita ha condiviso il suo sapere attraverso corsi, laboratori e persino in un libro scritto da Gerardo Piras che con parole e immagini ha raccontato una storia fatta di tradizione e passione.

L'anziana ha fatto per la prima volta il pane a 14 anni e da allora non ha mai smesso.

Il suo "Su framentu" (lievito naturale) ha cento anni e lei lo dona a chiunque glielo chieda.

"Mi piace tantissimo - spiega la donna - trasmettere quello che so, mi piacerebbe che tutti imparassero questo mestiere che è regalato".

Ha imparato tutto guardando ciò che succedeva nella sua casa e poi la passione e la voglia di fare hanno fatto il resto.

Pochi gli strumenti del mestiere, oltre agli ingredienti, farina, acqua e framentu, un paio di forbicine, un coltellino, una rotellina e due mani instancabili che ricamano la pasta per fare delle vere e proprie opere d'arte.

Ha girato parte della Sardegna per mostrare quello che sa fare, da Cagliari a Nuoro, da Orroli a Siurgus Donigala.

Ed è stata anche in Continente, a Bologna.

La sua eredità è ora nelle mani della nuora Graziella Mereu che con lei ancora fa il pane come si faceva cento anni fa.

Niente impastatrici, solo le mani e gli attrezzi accuratamente custoditi perché non abbiano odori che possano alterare il gusto del pane.

"Così - racconta Tzia Maria - dal forno non esce solo pane ma fiori profumati".

Oggi la centenaria decora ancora qualche pane, qualche coccoetto, e quando c'è da parlare e raccontare i suoi segreti le si illumina il viso.

E i segreti diventano conoscenza.
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