Durissimo confronto telefonico tra Marina Conte, mamma di Marco Vannini, e Federico Ciontoli.

È andato in onda ieri sera nella trasmissione "Quarto Grado", che è tornata ad occuparsi della vicenda di Marco Vannini, il 20enne ucciso il 18 maggio 2015 a Ladispoli da un colpo di pistola mentre era a casa dei suoceri assieme alla fidanzata.

La madre del giovane e Federico Ciontoli, fratello di Martina (compagna di Marco) e figlio di Antonio, uomo dalla cui arma è partito il colpo che ha ucciso Vannini.

A distanza di oltre tre anni sono ancora molti i punti interrogativi intorno alla tragica morte.

"Mi fai veramente pena, hai detto solo un sacco di menzogne", si è sfogata la signora Marina, puntando il dito contro le omissioni che hanno portato il figlio alla morte. "Lui era lì a chiedervi aiuto e voi lo avete lasciato agonizzare per tre ore senza fare niente. Lui si poteva salvare e non avete fatto niente, ce l'avete sulla coscienza mio figlio. Avete detto un sacco di menzogne, che era nella vasca, che si stava facendo il bagno davanti a tuo padre. In tre anni non siete mai venuti al cimitero: neanche tua sorella, che qui è stata trattata come un principessa, si è degnata".

Un fiume in piena la donna, dall'altra parte della cornetta un Federico Ciontoli che inizialmente farfuglia qualche frase per giustificarsi senza neanche troppa convinzione.

"Io la verità la so, ma voglio che me la dica tu. Voglio che me la diciate tu, tuo padre, tua madre, tua sorella", incalza la mamma di Marco.

E alla fine Ciontoli apre a un incontro con la donna: "Potrei dirti qualcosa che ti farà capire che quel che pensi non è vero. Ti racconterò tutto, nei minimi dettagli, ma non in questo momento".

Lo striscione sul palazzo del municipio di Cerveteri (foto Ansa)
Lo striscione sul palazzo del municipio di Cerveteri (foto Ansa)
Lo striscione sul palazzo del municipio di Cerveteri (foto Ansa)

LA VICENDA PROCESSUALE - Lo scorso aprile tutta la famiglia Ciontoli è stata condannata per l'omicidio di Marco Vannini in primo grado. La pena più severa, 14 anni, per Antonio, il capofamiglia luogotenente della Marina militare dalla cui arma è partito il colpo. Tre anni invece per la moglie Maria Pezzillo, il figlio Federico e la figlia Martina, compagna di Marco Vannini. Assolta Viola Giorgini, fidanzata di Federico, che pure quella sera era in casa.

Il proiettile aveva danneggiato cuore e polmoni di Marco, ma il 20enne si sarebbe potuto salvare, se solo i soccorsi fossero stati chiamati per tempo. E invece i Ciontoli hanno sì chiamato il 118, ma poi evidentemente hanno cambiato idea, non richiedendo l'arrivo dei soccorritori. Secondo l'accusa avrebbero detto - ai sanitari prima, ai carabinieri poi - tante menzogne, provando a far credere prima che Marco fosse scivolato nella vasca, poi che fosse impaurito per un scherzo, poi che si fosse ferito con un pettine a punta.

La sentenza fece infuriare la madre della vittima, che parlò senza mezzi termini di una decisione "vergognosa". "Loro sono liberi, mentre mio figlio è morto a vent'anni. Marco urlava come un disgraziato in quella casa e quell'uomo ha fatto sì che morisse. E gli dai solo 14 anni?".

(Unioneonline/L)
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