"Un comportamento processuale abusivo tale da dover essere stigmatizzato".

Con queste parole i giudici del Tribunale civile di Tempio Pausania hanno dato ragione all'ente gestore unico delle acque Abbanoa, condannando un condominio di Olbia, composto da una cinquantina di appartamenti, che si opponeva alle procedure di slaccio nonostante la grave morosità accumulata (quasi 60mila euro), la legittimità degli importi (confermata in un precedente procedimento giudiziario) e i numerosi solleciti che preannunciavano la sospensione della fornitura.

L'ultimo avviso era stato affisso l'anno scorso nella bacheca del condominio, ma al posto di regolarizzare la propria posizione gli inquilini avevano preferito fare ricorso.

L'ITER GIUDIZIARIO - In un primo momento il giudice aveva sospeso lo slaccio: si trattava, però, di un provvedimento d'urgenza "inaudita altera parte", senza cioè sentire la controparte Abbanoa. Quando si è entrati nel merito della vicenda, però, i legali del Gestore, gli avvocati Giuseppe e Giovanni Macciotta, hanno dimostrato la correttezza dell'operato dell'ente e il pieno rispetto delle procedure di messa in mora, e il Tribunale ha revocato la sospensiva confermando la legittimità dello slaccio.

All'ordinanza era seguito il reclamo del condominio, senza il versamento di quanto dovuto per il servizio idrico e fognario di cui aveva beneficiato. Ma l'esito è stato lo stesso: reclamo bocciato con l'aggravante della temerarietà della lite prevista dal codice di procedura civile e "diretta a stigmatizzare le condotte di quanti, abusando del proprio diritto di azione o di difesa, si servano dello strumento processuale a fini dilatori o del tutto strumentali, contribuendo così ad aggravare l volume (già di per sé notoriamente eccessivo) del contenzioso e, conseguentemente, ad ostacolare la ragionevole durata dei processi pendenti".

Quanto ad Abbanoa, secondo i giudici "ha mostrato la massima apertura ai fini di una definizione delle pendenze attualmente esistenti".

(Unioneonline/b.m.)
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