È una storia d'amore che ha superato i confini della Sardegna quella di Angela Manca, la donna di 64 anni che a Mandas ha ucciso i due figli gemelli, disabili gravi, per poi spararsi e morire in un letto d'ospedale.

Sono tanti i casi in Italia simili a quello che ha portato mamma Angela alla depressione e all'estremo gesto.

Come quello a Roma di Elena Improta: madre di Mario, 29 anni, affetto da tetraparesi spastica, Elena è rimasta colpita dalla tragedia e ha compreso così profondamente la decisione di Angela che, quando la Asl di Roma le ha rifiutato il sussidio aggiuntivo della Regione, non ha potuto fare a meno di urlare al direttore sanitario: "Ci volete omicide e suicide".

A raccogliere la sua testimonianza è il Corriere della Sera: "Sono stata licenziata il 31 luglio, lo ho accettato per stare più vicino a Mario. Ma da sole noi mamme non ce la facciamo. Fino al liceo, aveva la socializzazione e l’assistenza domiciliare perché andava a scuola, ma oggi ho solo 4 ore di assistenza indiretta: anticipo i soldi e dopo tre mesi sono rimborsati dal Comune".

"Nei casi ad alto carico assistenziale - ha detto ancora Elena, presidente dell’Associazione 'Oltre lo Sguardo Onlus' - la scelta della famiglia di seguirli di persona a casa è difficilissima e le istituzioni non ci aiutano. Siamo stanche, abbiamo paura, rabbia e abbiamo in testa il pensiero della morte, non intesa però come atto violento o scelta folle, ma come gesto di amore e coraggio, nella consapevolezza che purtroppo non ci sarà mai nessuno, dopo di noi, che li curerà, li amerà, li accudirà come abbiamo fatto noi".

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata