I governi di Italia, Francia, Regno Unito e Usa chiedono a tutte le parti libiche "di astenersi da ogni azione che possa minare l'annuncio del cessate il fuoco, mettere a rischio la sicurezza dei civili, far arretrare gli sforzi libici per far avanzare il processo politico e procedere nello spirito di compromesso".

È quanto si legge in una nota congiunta dei quattro Paesi che accolgono con favore la mediazione raggiunta sotto l'egida Onu per una de-escalation della violenza a Tripoli e dintorni per garantire la protezione di civili.

L'intesa raggiunta ieri dalle milizie sotto l'egida dell'inviato speciale Onu Ghassam Salamé punta a porre fine a tutte le ostilità, a proteggere i civili, salvaguardare la proprietà pubblica e privata e riaprire l'aeroporto. Le parti firmatarie si impegnano a trovare una soluzione politica.

Intanto l'Italia sta lavorando alla conferenza sulla questione libica che dovrebbe ospitare a novembre.

"Nel vertice di oggi a Palazzo Chigi - fa sapere la presidenza del Consiglio - sono stati definiti alcuni dettagli sull'appuntamento. Il governo resta estremamente concentrato nel seguire gli sviluppi in atto nell'auspicio di un superamento delle attuali tensioni".

LA FRANCIA - Intanto Parigi prova a smorzare le polemiche incandescenti di questi giorni con l'Italia, lo fa con una nota del ministero degli Esteri: "Gli sforzi della Francia non sono diretti contro nessuno, e certamente non contro l'Italia, di cui sosteniamo l'iniziativa di organizzare una nuova conferenza su questo dossier così importante per i due Paesi. La nostra iniziativa va in sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite per mantenere uno scenario di uscita dalla crisi. La Francia agisce con l'insieme dei Paesi coinvolti, che si tratti di Paesi vicini (Algeria, Tunisia, Ciad ed Egitto) o il Regno Unito, gli Usa e ovviamente l'Italia". Una chiara risposta alle dichiarazioni di Matteo Salvini e di Elisabetta Trenta, che avevano puntato il dito contro i cugini d'Oltralpe per l'escalation delle violenze e degli scontri in Libia.

LE VITTIME E I MIGRANTI IN FUGA - Il bilancio di 9 giorni di scontri intanto diventa di "almeno" 61 vittime e 159 feriti, cui si aggiungono 12 scomparsi. E secondo la Reuters centinaia di migranti africani, approfittando del caos, sarebbero fuggiti da un centro dei detenzione vicino all'aeroporto di Tripoli. Fino a 1800 persone potrebbero aver abbandonato la struttura.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata