Anche Daniela Santanché cambia idea. Fino a qualche anno fa si diceva profondamente contraria a qualsiasi quota rosa («è abbastanza offensivo essere elette in questa maniera») mentre ora - pur senza grande trasporto - predica i benefici della doppia preferenza di genere che farà il suo esordio nell'Isola alle prossime elezioni regionali.

Per il resto la Pitonessa, ora senatrice di Fratelli d'Italia, non si è intenerita, anzi: sull'immigrazione loda Salvini e probabilmente vorrebbe superarlo a destra, definisce «inferiori» i musulmani e se la prende con un femminismo selettivo che, dice lei, si fa sentire solo quando la vittima è di sinistra.

Per dimostrarlo, cita l'esempio dell'Espresso, che l'ha inserita in un quiz estivo dal gusto molto dubbio: «Fareste sesso con la Santanché per zittirla?». Lei contrattacca: «Nessuno si è scusato, si dovrebbero vergognare. E non ho sentito neppure quelle femministe che si stracciano le vesti quando toccano qualcuna di loro. La Boldrini dov'è?».

Laura Boldrini è stata vittima per anni di attacchi sessisti.

«Pure io, se è per questo. E comunque non ho sentito niente da parte di Boldrini & Company neppure su Asia Argento. Non mi sembra che stiano gridando allo scandalo. Se fosse successo a qualcuna di destra...».

Parliamo di politica: in Sardegna si sperimenterà la doppia preferenza di genere alle Regionali.

«Meglio tardi che mai. Io non sono un'appassionata delle quote rosa, ma un riequilibrio di genere, transitorio, può essere una cosa giusta. Bene ha fatto l'Isola ad adeguarsi. In Lombardia i risultati si sono visti».

Spera che ci sia anche una candidata governatrice?

«Intanto dobbiamo ancora capire chi ci sarà nel centrodestra. Non è stato deciso nulla. Certo, la coalizione a cui eravamo abituati prima del 4 marzo non esiste più. Ora c'è un centrodestra nuovo con la Lega protagonista, Fratelli d'Italia e Forza Italia».

Lei fa parte di FdI: in Sardegna il partito correrà da solo come si è ipotizzato?

«Questo non lo so dire, ma auspico che il centrodestra sia compatto. Bisogna scegliere il candidato migliore, al di là dell'appartenenza politica».

Sa che Berlusconi potrebbe candidarsi in Sardegna alle suppletive per eleggere il sostituto di Andrea Mura?

«Io glielo sconsiglierei. È un grande imprenditore, un grande uomo, ha preso così tanti voti. Ora ha più di ottant'anni, non gli serve. Non è il suo tempo».

Come giudica il governo giallo-verde?

«Sta facendo cose buone, come ad esempio Salvini sull'immigrazione. Ha fatto male il decreto Dignità. Sta facendo bene su Genova, con la revoca delle concessioni. L'applauso in chiesa dopo la tragedia del ponte Morandi ha dimostrato che nel nostro Paese le cose stanno cambiando».

A proposito di ponte. Ha detto: si buttano miliardi per accogliere immigrati mentre le nostre infrastrutture cadono a pezzi.

«Confermo».

Su Twitter l'hanno accusata di sciacallaggio.

«Era una provocazione. Il sistema delle concessioni è malato, va profondamente cambiato. Non capisco perché gli italiani, che pagano le autostrade, non si meritino di viaggiare in sicurezza. Noi proporremo la nazionalizzazione del sistema».

Salvini vorrebbe realizzare la Zona franca in Sardegna. È d'accordo?

«Sarebbe una cosa molto giusta, aiuterebbe una delle isole più belle del mondo, con un potenziale ancora inespresso. Ma il vostro petrolio è il turismo. Su questo non ci dovrebbe superare nessuno, invece l'Italia viene dopo Spagna e Grecia».

Qui nell'Isola il turismo non supera l'8% del Pil.

«Va allungata la stagione. Purtroppo dura solo 15 giorni. Con la storia e le bellezze naturali che ha, la Sardegna dovrebbe avere turisti tutto l'anno».

È sempre socia del Billionaire?

«No. Sono uscita tre anni fa, perché mi rompevano tutti le scatole. Dicevano: ah, la Santanché quella del Billionaire. Come per dire: quella non fa un tubo. Non capivano che è un'azienda con decine di posti di lavoro, per me era un business. Poi con Briatore sono rimasta socia al Forte dei Marmi, va bene così».

In Costa Smeralda ha investito molto il Qatar.

«Se ci sono fondi che credono nel nostro Paese e mettono i soldi, ben vengano».

Lei dice spesso che i musulmani sono inferiori. Ne è veramente convinta?

«Mi sono convinta perché il grado di civiltà di un Paese si misura col trattamento riservato alle donne. Da questo punto di vista sono inferiori».

Il Qatar però è uno Stato musulmano. Come si conciliano le due cose?

«Il nostro Paese è così bello, sono felice che attragga investimenti. Avremmo bisogno di catene alberghiere internazionali, che soprattutto al sud mancano. Avremmo bisogno di porti e aeroporti. Ben venga tutto ciò che serve al turismo».

Lei è politicamente scorretta. Ha mai pensato di aver esagerato?

«No (ride), onestamente no».

Vitalizi: lei ne avrà diritto?

«No. I vitalizi li abbiamo tolti noi, non ci sono più. Ma purtroppo il mostro dell'antipolitica non sarà mai sazio. C'è da dire comunque che non sempre la politica ha dato esempi meravigliosi, dunque non mi stupisce».

Politica internazionale: meglio Sanchez o Macron?

«Macron rappresenta il peggio del peggio».

Trump o Putin?

«Tutti e due sono ottimi. Trump è anche un grande imprenditore. Sta facendo molto bene per gli americani. Guardate cosa ha fatto sulla politica fiscale. Anche in Italia dovremmo abbassare le imposte, vorrei la flat tax».

A Trump danno del populista. E pure a lei.

«Io non lo so se sono populista. Poi non è un insulto: se vuol dire essere un pezzo del popolo, io lo sono».

Michele Ruffi
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