Sono stati costretti a mettere secchi e lenzuoli per contenere la pioggia che cade dal soffitto. Così sono corsi ai ripari i (pochi) medici e infermieri del reparto Medicina, al terzo piano dell'ospedale Cto di Iglesias. E questo è lo scenario che si sono trovati di fronte i pazienti - sia gli esterni che accedono ai servizi del day hospital, sia i ricoverati - peraltro da tempo abituati a vedere le numerose tracce di infiltrazioni.

Perché la colpa non si può imputare alle, pur copiose, precipitazioni estive che anche in queste ultime ore si stanno abbattendo su Iglesias. Chi è costretto, suo malgrado, a fare tappa nell'ospedale di via Cattaneo, sa bene che la manutenzione non è una pratica costante.

E il timore, di questo passo, è che si arrivi a una situazione d'emergenza tale da giustificare provvedimenti drastici in nome della sicurezza: chiusura, come è avvenuto per il Laboratorio analisi dell'altro ospedale cittadino - il Santa Barbara - dove quattro mesi fa era crollata parte del controsoffitto.

Proprio nel Laboratorio, da ieri, è ripartita (pur con lentezza e vari intoppi) l'attività di lavorazione delle analisi di emergenza, dirottate (insieme a quelle di routine) al Sirai di Carbonia.

Circostanza che, la scorsa settimana, aveva convinto il sindaco Mauro Usai a occupare la sala riunioni dell'assessorato regionale alla Sanità. Ora, a Iglesias, l'imperativo è uno solo: "non abbassare la guardia".

Lo sostiene, convinta, Rita Melis, responsabile del coordinamento Sulcis del movimento "La Rete sarda in difesa della sanità pubblica": "Gli obiettivi da raggiungere sono diversi: fine del week surgery e completamento dei lavori al Cto con adeguamento degli organici per rendere davvero efficienti i servizi. Sul Laboratorio dobbiamo continuare a vigilare, ma eravamo ben consci che il 21 agosto non sarebbe stato il giorno della ripresa a pieno regime, bensì quello della ripartenza di un servizio che, per volontà della stessa dirigente, era destinato a scomparire. Di fatto era stata decisa l'interruzione di un servizio pubblico: al Santa Barbara mancavano reagenti e le macchine erano ferme". Da Melis un appello all'unità: "Lottiamo insieme e non facciamoci prendere da facili entusiasmi né dalla voglia di essere contro qualcuno. Lo dobbiamo ai cittadini perché in ballo c'è qualcosa che vale oro: la salute".
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