Revocare sì, ma anche no. Nazionalizzare forse. E Di Battista dal Guatemala chiede il soccorso "rosso" del Pd per arrivare alla nazionalizzazione della gestione delle autostrade.

Emergono, a otto giorni dal terribile crollo del Ponte Morandi, tutte le contraddizioni nella maggioranza di governo sulle misure da mettere in atto. D'altronde non è un segreto che è proprio sulle infrastrutture che emergono le divisioni tra il Carroccio e il Movimento 5 Stelle.

Sulla revoca pare si vada comunque avanti, tra i tanti mal di pancia. A mettersi di traverso il governatore leghista Luca Zaia, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e lo stesso governatore ligure Giovanni Toti, che è di Forza Italia ma è trait d'union nel centrodestra tra gli azzurri e i leghisti, vicino com'è al ministro dell'Interno Matteo Salvini.

"Se si fa la statalizzazione delle autostrade e non si cambiano le regole si va al massacro, al bagno di sangue: il privato è più efficiente del pubblico", afferma Zaia. "Tornare alla Prima Repubblica non è la soluzione", gli fa eco Toti.

M5S va avanti come un carro armato, e fa spuntare anche l'ipotesi di un ingresso della Cassa Depositi e Prestiti nella gestione. Toninelli è il principale sponsor della nazionalizzazione, ma il Carroccio su questo tema appare decisamente contrario.

Così Alessandro Di Battista, dal Guatemala, chiede il soccorso del Pd, rivolgendosi a un ipotetico elettore di sinistra: "Avresti voluto che questa posizione l'avesse assunta il partito erede di Berlinguer, ma quel partito non esiste più. Si deve andare diritti con la revoca delle concessioni autostradali. Punto. Anche se fai finta di non essere d’accordo, anche se pare che per te il mercato conti più degli esseri umani, la finanza più della politica, il prezzo dell’oro più del sudore degli uomini. Si deve andare diritti con la revoca delle concessioni autostradali. Punto. Anche se tale intransigenza ormai ti fa paura perché non sei più abituato".

Conte intanto annuncia una possibile contromossa per aggirare le penali, ovvero un annullamento e non una revoca della concessione.

(Unioneonline/L)

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