A cinque giorni dal crollo del Ponte Morandi a Genova, l'assessore dei Lavori Pubblici della Regione Sardegna Edoardo Balzarini fa il punto sullo stato della strade sarde.

Definisce il sistema "inadeguato e insufficiente" e punta il dito contro i ritardi dell'Anas.

''Inadeguato e insufficiente, sia il trasporto su ferro che su gomma'', afferma Balzarini, che poi tuttavia rivendica il lavoro della Regione: "Per gli interventi sulla sicurezza ci siamo mossi tempestivamente nei primi mesi del 2017, programmando il finanziamento di 50 milioni di euro, destinandoli con priorità ad opere di adeguamento e messa in sicurezza dei ponti, anche a seguito di alcuni cedimenti verificatisi a livello nazionale. I fondi sono stati trasferiti a province e comuni, e le opere sono in corso di progettazione".

"Inoltre - continua l'assessore - a fine luglio 2018 è stata avviata una ricognizione puntuale degli ulteriori fabbisogni, con schedatura e risposta scritta da parte degli enti proprietari e gestori delle infrastrutture, con schedatura e risposte scritte da parte degli enti proprietari e gestori delle infrastrutture che deve arrivare entro il mese di agosto. Sulla base di tale ricognizione verrà ripartito un ulteriore stanziamento dedicato di 50 milioni di euro".

Quanto al cavalcavia di Mesu Mundu, indicato dal Cnr nell'elenco nazionale delle opere a rischio, "risulta che sia già intervenuta la Provincia di Sassari con l'uso dei finanziamenti regionali, pur trattandosi di una competenza Anas".

Le criticità maggiori, conclude Balzarini, "sono legate alla vecchiaia dei manufatti, dal fatto che gli attraversamenti siano realizzati in gran parte in calcestruzzo armato e precompresso, dall'aggressività degli ambienti marini e dall'esigenza del completamento di intere tratte stradali oggi insufficienti sotto il profilo della sicurezza". Ad esempio le nuove Statali 195 e 554, gli svincoli sulla 131 e sulla 130, "dove si registrano importanti ritardi dell'Anas".

Nel 2016, ricorda l'assessore, la Regione è intervenuta usando fondi (Fsc) (i fondi per le aree in via di sviluppo) e trasferendoli a province, comuni e Anas, i soggetti preposti all'attuazione degli interventi. "Il solo portafoglio Anas - spiega Balzarini - di oltre due miliardi di euro, risulta in forte ritardo".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata