Genova piange le vittime, Bagnasco: "La giustizia è un dovere"
Un feretro bianco, luminosissimo, spiccava tra le 19 bare delle vittime di Genova (43 in totale, dopo che stamattina sono stati trovati i corpi degli ultimi 4 dispersi).
Era quello del piccolo Samuele, uno dei tre bambini rimasti uccisi nel crollo del ponte Morandi assieme a mamma Ersilia e a papà Roberto: è stato ritrovato tra le palette e i secchielli, oltre a cumuli di macerie. Quei giocattoli che portava con sé in vista della vacanza in Sardegna, dove il traghetto dal porto di Genova doveva portarli.
Era pieno il padiglione B della Fiera, dove si sono tenuti i funerali di Stato alla presenza delle più alte cariche istituzionali.
C'erano familiari, amici, parenti, e tanti genovesi, uniti in un abbraccio collettivo nel lutto che ha colpito con tale violenza la città ligure.
Un lungo applauso ha accolto l'arrivo dei soccorritori, che hanno sfilato sfiorando delicatamente la lunga fila di bare di legno, colme di fiori.
Applausi anche all'arrivo dei rappresentanti del governo, i ministri Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Danilo Toninelli. Un caloroso saluto è stato anche rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, arrivato in mattinata dalla Maddalena.
BAGNASCO: "GENOVA NON SI ARRENDE" - "Il crollo del ponte Morandi sul torrente Polcevera ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova - ha detto l'Arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei Angelo Bagnasco, che officia la cerimonia -. Innumerevoli sono i segni di sgomento e di vicinanza giunti non solo dall'Italia, ma anche da molte parti del mondo. Insieme alla preghiera del Santo Padre Francesco in questi giorni ovunque si innalza a Dio un'onda di preghiera".
"Sappiamo che qualunque parola umana - ha proseguito - seppure sincera, è poca cosa di fronte alla tragedia, così come ogni doverosa giustizia nulla può cancellare e restituire. Ma proprio dentro a questa esperienza, che tutti in qualche modo ha toccato, si intravede un filo di luce".
"Genova non si arrende: l'anima del suo popolo in questi giorni è attraversata da mille pensieri e sentimenti, ma continuerà a lottare. Come altre volte, noi genovesi sapremo trarre dal nostro cuore il meglio, sapremo spremere quanto di buono e generoso vive in noi e che spesso resta riservato, quasi nascosto".
Al termine della cerimonia, l'Imam di Genova ha pregato per le vittime di religione musulmana.
(Unioneonline/D)
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