Per molti è solo un rudere che già da tempo avrebbe potuto lasciare spazio a un centro commerciale in centro città, ma il vecchio cinema Selva di Alghero è ancora in piedi solo perché il progetto ha visto il coinvolgimento anche di Riccardo Morandi, proprio quell'ingegnere oggi nell'occhio del ciclone per il crollo del viadotto di Genova.

Tra le sue opere, compare infatti anche la balconata del cineteatro algherese, 1200 posti a sedere, di proprietà dei Selva, famiglia molto nota di imprenditori.

Un esempio di balconata a torsione compensata, un sistema inventato da lui per rendere più solido il loggione delle sale teatrali.

"Mio nonno lo aveva cercato a Roma, chiedendo un suo consulto - conferma Raniero Selva, assessore all'Ambiente - perché non voleva che il loggione superiore si reggesse sulle classiche colonne. Ma la realizzazione del progetto alla fine era stata affidata all'ingegnere Fausto Cella".

Nel 1999 partì una campagna di sensibilizzazione promossa dagli ambientalisti e sostenuta da alcuni docenti di storia dell'arte per salvare dalle ruspe il "Nuovo Cinema Paradiso" di Alghero, così era stato ribattezzato per l'occasione il "Selva" progettato da Morandi.

Si chiedeva allora che l'edificio venisse sottoposto a vincolo monumentale proprio perché disegnato da Riccardo Morandi, il famoso ingegnere romano scomparso nel 1989.

La famiglia Selva, quasi meravigliata da tutta quella mobilitazione, aveva sostenuto che l'edificio era stato ideato e costruito dall'ingegnere Fausto Cella, pronta a dimostrarlo con i documenti originali.

Nella realtà il progetto di Morandi, avveniristico e geniale, non fu realizzato alla lettera proprio perché troppo avanti nei tempi rispetto a tecnologie e materiali allora reperibili in Sardegna.

Il caso approdò persino all'attenzione del Comitato nazionale beni culturali che, alla fine, non riconobbe l'interesse culturale di quel cinema, che ancora oggi è chiuso al pubblico.

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