Fa discutere il discorso del senatore indipendente Fraser Anning al Parlamento australiano, in cui si evoca una "soluzione finale" al problema dell'immigrazione e in particolare quella di persone di fede islamica e di colore, ovvero un voto popolare per chiedere al popolo australiano di cambiare la propria politica di accoglienza.

Per il senatore, espressione della componente più conservatrice, anglofona e xenofoba del Paese, c’è immigrazione e immigrazione e l'Australia, nonostante abbia regole d'ingresso tra le più rigide, dovrebbe tornare a politiche di accesso selettive e restrittive in termini di welfare, come accadeva fino agli anni '60.

"In termini di tassi di criminalità, dipendenza dal welfare e terrorismo i numeri relativi ai musulmani sono i peggiori tra tutti gli immigrati. (...) Non tutti i musulmani sono terroristi, ma certamente tutti i terroristi in sono musulmani".

Il discorso è stato presto interrotto dalla leader del Senato Penny Wong, mentre il deputato laburista Tim Watts ha bollato come "spazzatura" le parole del collega: "La realtà della società australiana - i nostri quartieri, le nostre scuole, i nostri club sportivi, i nostri gruppi comunitari - non riflette le divisioni razziali di cui parlano i conservatori sui media e nei dibattiti politici. Sono loro a non essere in contatto con la nazione multiculturale e di successo che la maggior parte degli australiani ama".

(Unioneonline/b.m.)
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