"La Lira turca tornerà presto a livelli ragionevoli - assicura il Presidente Recep Tayyip Erdogan, durante la Conferenza degli ambasciatori ad Ankara - La Turchia è sotto assedio, in campo economico e in altri settori". E gioca ancora la carta patriottica citando Ataturk e dicendo che il Paese è pronto "alla guerra per avere la pace".

Il suo messaggio arriva in una giornata segnata dal segno negativo sulle Borse europee, sulla scia delle paure per il crollo vertiginoso della moneta turca e dell'esposizione finanziaria di diversi Paesi dell'Unione nei confronti dell'economia di Ankara.

Sul piano politico, invece, resta alta la tensione tra Turchia e Stati Uniti, dopo che Donald Trump ha dato il via al raddoppio dei dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio dal Paese affacciato sul Bosforo.

Una mossa che Erdogan non ha certo gradito e che considera una vera e propria provocazione da parte di Washington: "Non potete dire 'Ho fatto'. Che siate un presidente o qualsiasi altra cosa. Non potete andare a dormire la sera, svegliarvi al mattino e dire 'Ho imposto queste tariffe. (...) Lavorate insieme al vostro partner strategico in ambito Nato e poi cercate di sparargli alle spalle".

E se la Nato fa sapere per voce di un proprio funzionario di non voler intervenire in una disputa che ritiene "bilaterale", a smorzare la tensione e a rassicurare mercati e Governo di Ankara interviene la Cancelliera tedesca Angela Merkel: "A nessuno conviene una destabilizzazione economica della Turchia. La Germania vuole decisamente una Turchia economicamente prospera. È anche nei nostri interessi".

(Unioneonline/b.m.)

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