La Dia di Palermo ha confiscato beni per un valore che supera i 400 milioni di euro all'ex deputato della Regione Sicilia Giuseppe Acanto, 58 anni, ritenuto vicino a Cosa nostra.

Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale del capoluogo siciliano, "scaturisce dagli esiti di una complessa attività investigativa che, già in passato, aveva consentito di accertare la gestione, da parte di Acanto, della contabilità di società riconducibili alla famiglia mafiosa di Villabate (Palermo)".

Dalle indagini e dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Francesco Campanella, è emerso che Acanto, a partire dal 1994, durante la sua attività di commercialista, si era dedicato alla "costituzione di società in nome e per conto degli uomini d'onore".

"In quell'ambito, riuscì a trovare interlocutori privilegiati all'interno dell'amministrazione del Comune di Villabate (in seguito sciolto per infiltrazioni mafiose) facendosi nominare Direttore del locale Mercato Ortofrutticolo e avvicinatosi all'attività politica, si occupò di sviluppare ogni operazione economica d'interesse della locale famiglia mafiosa, come la costruzione del Centro Commerciale", ha fatto sapere la Dia.

Poi si era candidato alle elezioni amministrative del 2001 con la lista Biancofiore, con il sostegno della cosca locale, ed era riuscito accedere a un seggio all'Assemblea Regionale Siciliana.

Acanto, inoltre, è stato ritenuto dal Tribunale di Palermo ''socialmente pericoloso'' e per questo sottoposto a

sorveglianza speciale per quattro anni a partire dal 2018.

Sono stati posti sotto sequestro beni mobili ed immobili, rapporti bancari, capitali sociali di imprese e quote societarie.

(Unioneonline/F)
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