Una spia russa all'ambasciata americana a Mosca.

Lo rivela il "Guardian": il controspionaggio degli Stati Uniti - scrive il giornale britannico - ha scoperto che una donna russa, assoldata dal Secret service per una decina di anni, potrebbe aver passato materiale riservato ai suoi connazionali.

La presunta spia aveva accesso alla rete intranet e alle mail del Secret service, avendo a disposizione dunque a suo piacimento materiale top secret come le agende del presidente e del vice presidente americano.

I primi sospetti su di lei sono emersi nel 2016, durante un controllo di sicurezza di routine, condotto da due investigatori dell'Ufficio di sicurezza regionale (Rso) del dipartimento di Stato. Dalle indagini, è emerso che aveva incontri regolari e non autorizzati con membri dell'Fsb, il servizio segreto russo.

Fonti dell'Rso hanno detto al quotidiano britannico di aver allertato nel gennaio del 2017 il Secret service, che non aprì alcuna inchiesta autonoma nei confronti della donna, forse volendo contenere la vicenda ed evitare ulteriori tensioni nei rapporti tra Stati Uniti e Russia.

La presunta spia lasciò poi l'ambasciata qualche mese dopo, a luglio, dopo che il dipartimento di Stato le aveva revocato il lasciapassare di sicurezza.

Il Secret service ha cercato di minimizzare la vicenda in una nota: "Riconosciamo che tutto il personale locale che lavora per le nostre missioni, nel settore amministrativo e non solo, possa essere soggetto all'influenza dell'intelligence straniera. Questo è il caso in particolare della Russia. Per questo, tutti i dipendenti locali sono gestiti in modo da assicurare che gli interessi del Secret service e del governo americano siano protetti in ogni momento. Di conseguenza, le responsabilità sono limitate alla traduzione, all'interpretariato, ai rapporti di collegamento e al sostegno amministrativo".

(Unioneonline/D)

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