Ha un difetto motorio e i capelli corti: quanto basta alle "compagne" per additarla come "menomata" e "lesbica" e sottoporla a pubblica gogna su Instagram, pubblicando - a sua insaputa - delle dirette video in cui viene derisa.

Si verifica a Roma l'ennesimo atto di bullismo, vittima una liceale di 15 anni che ha deciso - tra un insulto e una risatina - di non andare più a scuola.

Ma la giovane ha deciso di denunciare, e ora sono scattate due inchieste: una nei confronti dei compagni di scuola, l'altra nei confronti degli insegnanti colpevoli di non essere intervenuti.

L'adolescente ha scritto una lettera al quotidiano romano Il Messaggero, rivolgendosi a chi, come lei, è vittima di bullismo: "Parlate, denunciate, solo così possiamo vincere".

Parla anche delle tante persone che non sono riuscite a combattere, e che oggi "ci guardano dall'alto", riferendosi al ragazzo ribattezzato "dai pantaloni rosa" che è morto suicida alla sua stessa età nel 2012.

"Ora vi voglio raccontare la mia storia", scrive. "Come tutti sanno, un anno scolastico è molto pesante, ma per me la pesantezza non era dovuta alla quantità di compiti o studio, bensì dalle mie compagne di classe".

"Quando entravo a scuola avevo gli occhi puntati addosso, sentivo risatine. Il mio nomignolo? Lesbica. Quando l'ho saputo dentro di me è crollato il mondo. Soprattutto quando le mie professoresse e il dirigente scolastico ne erano venuti a conoscenza e non avevano mosso un dito", continua la ragazza.

"Un nomignolo andato avanti durante tutto il percorso scolastico, accompagnato da 'menomata' e dalle minacce che ricevevo. Questo mi ha portato ad abbandonare la scuola, una scuola scelta con amore e impegno nonostante la mia vita difficile, sempre in giro per ospedali".

E che pure è stata costretta ad abbandonare: "Sono crollata, non riuscivo più a sostenere la situazione, neanche a mettere piede in quell'istituto".

Abbandonata la scuola, ha deciso di parlare: "È stato difficile raccontarlo a mia madre, ogni volta era come se rivivessi ogni singolo momento. Così ho cercato di non commettere pazzie, di non entrare in quel tunnel senza uscita".

(Unioneonline/L)
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