"Eravamo una dozzina attorno a un tavolone, sprofondati nel buio. Tutti scalzi, indossavamo delle tuniche bianche con sopra cucita, in corrispondenza del cuore, una rosa rossa. L'unica flebile luce giallastra proveniva dalle centinaia di candele accese sul pavimento. Altre candele erano sul tavolo intorno al corpo nudo della ragazza, che era lì sdraiata priva di sensi. Era stata drogata".

Con queste parole inizia la lettera inviato da Angelo Izzo - tra i responsabili del massacro del Circeo, recluso nel carcere di Velletri dopo la condanna all'ergastolo - a "Giallo", dove svela alcuni dettagli dell'omicidio di Rossella Corazzin, la 17enne di San Vito al Tagliamento (Pordenone) scomparsa nel 1975, mentre era in vacanza insieme ai genitori di Tai di Cadore, in provincia di Belluno.

Izzo afferma che la ragazza sarebbe stata rapita nella città veneta e poi portata in un casolare a Riccione e infine a Perugia, nella villa del medico Francesco Narducci, sospettato di aver avuto un ruolo nei delitti del mostro di Firenze.

"Nella sala faceva freddo. Il Magister salì sul tavolo e possedette la vergine", fa sapere Izzo a proposito del capo della setta.

Poi prosegue: "Con una spada le fu tagliato un polso. I presenti a sua volta si tagliarono e il sangue fu mescolato in un coppa da cui tutti bevemmo. Poi ciascuno recitò un giuramento di ispirazione templare. Quindi la ragazza fu avvolta in una coperta e portata via in un'altra stanza".

(Unioneonline/F)

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