Il processo d’Appello termina come chiesto dagli avvocati difensori Giuseppe Macciotta e Fabio Pili e dallo stesso pg Giancarlo Moi: assoluzione ampia, "il fatto non sussiste", per il sindaco Massimo Zedda, dall’accusa di abuso d’ufficio relativa alla nomina di Marcella Crivellenti quale sovrintendente del Teatro Lirico (2012).

Un’inchiesta che "neanche doveva cominciare", aveva sostenuto in udienza il procuratore generale: a suo dire il primo cittadino, presidente della Fondazione dell'ente, con quell'incarico non voleva aiutare una persona vicina a Salvo Nastasi, ex direttore generale degli spettacoli del ministero dei Beni culturali (barese come Crivellenti), per ingraziarselo, né procurare alla manager un ingiusto profitto legato alla sua presunta mancanza di titoli per quella direzione.

La decisione arrivata oggi dopo l’arringa del legale Pili abbraccia quella assunta già in primo grado due anni fa.

Al centro dell’inchiesta della Procura c’era la manifestazione di interesse bandita dal sindaco per scegliere il dirigente: erano arrivate 44 proposte poi scartate dal primo cittadino, che aveva indicato Crivellenti e così (secondo le accuse) "procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale" alla dirigente barese, che "non aveva partecipato al bando" e neanche "aveva presentato curriculum nei termini indicati".

La seconda accusa riguarda la revoca di Giorgio Baggiani dal cda dell'ente. Ma, secondo avvocati e pg, quella nomina tanto criticata allora dal cda poteva essere evitata dallo stesso consiglio di amministrazione: bastava votare contro e i consiglieri avrebbero avuto la maggioranza.

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