Le Associazioni che rappresentano i pazienti diabetici al tavolo della Consulta regionale della Diabetologia dal 5 luglio lasciano l'incarico avendo presentato le dimissioni, in aperta polemica con l'assessore della Sanità Luigi Arru.

La presa di posizione dell'Aniad, del Cordinamento regionale diabetici dell'associazione diabete zero, nasce con il preciso intento di interrompere una condizione che negli ultimi tempi aveva assunto contorni di estrema confusione al limite del paradosso e fortemente strumentale rispetto a obiettivi che nulla hanno a che fare con i bisogni dei pazienti.

"L'Organismo, reso operativo dall'attuale Giunta regionale - si legge in una nota - una prima volta nell'ottobre del 2014 con la delibera 39/34, e, dopo la sua scadenza al 31 dicembre 2017, riattivato lo scorso 31 gennaio 2018 con il decreto n° 4, purtroppo può vantare veramente ben pochi risultati. Cinque riunioni in quattro anni (una sola nell'intero 2017 e peraltro solo interlocutoria) non possono oggettivamente rappresentare un percorso serio ed efficace per affrontare i numerosi problemi che interessano il mondo della diabetologia sarda a tutto tondo, cioè pazienti e operatori sanitari. L'unico documento licenziato, quello che si è tradotto nella delibera 46 dell'agosto 2016 - osserva ancora la nota - ancorché nello spirito rappresentasse l'idea di risolvere la forte disparità di accesso alle cure nelle varie ASL Sarde resta ancora oggi uno strumento applicato solo parzialmente e fonte di quotidiani conflitti tra i pazienti e gli Uffici Sanitari di riferimento".

Secondo le organizzazioni dei pazienti diabetici della Sardegna, l'esposto che nei giorni scorsi una paziente ha presentato per denunciare la mancanza di risposte verso una legittima richiesta di accesso a un dispositivo per il controllo glicemico (purtroppo l'ennesima denuncia), segna l'evidente divario tra chi vive la malattia con preoccupazione ed attese di vedere soddisfatti bisogni reali di salute, e chi invece continua ad avere una visione anacronistica delle cose.

"La modernità purtroppo non si misura con il numero di twitter che si generano ogni giorno - hanno spiegato i presidenti regionali delle Associazioni, Stefano Garau, Marcello a Grussu e Francesco Pili - la vera modernità sta nel sapere esprime fondamentalmente la capacità di ascolto delle persone e nel riuscire a trovare le soluzioni più efficaci e razionali insieme ai vari portatori di interesse. Il diabete si affronta come oramai noto in un'ottica multidisciplinare e con il contributo attivo anche dei pazienti dando loro una prospettiva, a volte anche negativa ma riconoscendone il ruolo".
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