C'era anche Francina Armengol, al G7-trasporti di Cagliari, a battere cassa per l'insularità.

La governatrice delle Baleari si alleò con i colleghi Francesco Pigliaru (Sardegna) e Gilles Simeoni (Corsica) contro la commissaria europea Violeta Bulc (slovena).

Era il 24 giugno 2017.

Giovedì scorso, mentre Pigliaru e l'assessore ai Trasporti Carlo Careddu cercavano sponda nel ministro Danilo Toninelli, Francina Armengol raccontava all'Unione Sarda quanti soldi Palma di Maiorca, Ibiza e Minorca ricevono per far viaggiare gli isolani di Spagna spendendo come se si spostassero in treno: 130 milioni (più del triplo rispetto a noi italosardi) per 40 tratte (contro 6).

Il numero di passeggeri, da e per le Baleari, è talmente alto da consentire alle compagnie aeree di praticare tariffe agevolate per tutti. Poi, per i residenti, ci sono i saldi al 70%, pagati dallo Stato.

In Sardegna funziona così: (solo) su Roma e Milano, grazie alle (poche) risorse pubbliche, per 9 mesi all'anno viaggiano tutti a prezzi calmierati.

Bruxelles si è messa di traverso: sconto sì, ma solo per i sardi.

La Regione confida nel Governo per far passare il "concetto" di insularità. Qui siamo in mezzo al mare, abbiamo un'economia azzoppata.

E chi viene a trovarci contribuisce a colmare il divario con la terra ferma. Certo, per farci capire, nella babele d'Europa, abbiamo bisogno di buoni traduttori. Sloveno compreso.
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