Quando gli agenti di polizia l'hanno ritrovata, dopo un anno e mezzo di ricerche, nella pericolosissima giungla peruviana, hanno fatto fatica a riconoscerla: magrissima, emaciata, in pessime condizioni igieniche, ferita. E con un neonato tra le braccia.

Patricia Aguilar, spagnola, 19 anni, era fuggita dalla sua casa ad Elche il 7 gennaio 2017, quando aveva appena compiuto la maggiore età.

Era finita vittima di una setta apocalittica, guidata dal peruviano Felix Steven Manrique: lo aveva contattato su Facebook, in un momento delicato della sua vita, nel quale soffriva per la perdita di uno zio a cui teneva tantissimo.

Lui, il guru, ne ha approfittato, presentandosi come "il messia incaricato di ripopolare il mondo" e come colui che avrebbe salvato i suoi seguaci dall'apocalisse. In realtà gestiva una sorta di harem: costringeva le donne a fare sesso con lui e a consumare l'Ayahuasca, bevanda indigena che provoca attacchi d'ansia e allucinazioni.

Lei, convinta dal santone, ha rubato 6mila euro ai suoi familiari ed è partita in Perù: dopo neanche un mese il padre ha denunciato la vicenda e detto che la figlia era stata letteralmente soggiogata.

La giovane è stata ritrovata in un'operazione di polizia nella quale è stato catturato Manrique: si trovava in una delle zone più pericolose del Perù - la valle dell'Apurimac - controllata dagli spacciatori e dai pochi esponenti rimasti del gruppo terroristico Sendero Luminoso.

Con lei c'erano altre donne e bambini, tutti malnutriti e con evidenti segni di violenze.

Patricia è stata trasferita a Lima, il papà Alberto è già in Perù: vuole che il neonato torni con sua figlia in Spagna.

(Unioneonline/L)
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