Migliaia di persone al Sardegna Pride 2018.

Il corteo in difesa dei diritti di tutti, in particolare del mondo LGBT, ha attraversato Cagliari - da via Sant'Alenixedda in direzione di piazza Yenne - per segnare la fine della Queeresima, la manifestazione durata oltre quaranta giorni che ha coinvolto tantissime associazioni con più di 30 eventi sul tema della visibilità.

L'appuntamento è stato organizzato dal Coordinamento Sardegna Pride, che riunisce, sotto la guida di Arc onlus, le realtà che si occupano di diritti civili nell'Isola: Mos - Movimento omosessuale sardo, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Unica Lgbt, Sardegna Queer, Gaynet, Cgil Ufficio nuovi diritti.

Documenti politici sono stati letti dal camion dell’Arc.

Al microfono anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e quello di Assemini Sabrina Licheri.

Tra la folla anche il parlamentare pentastellato sassarese Ettore Licheri: "Sono qua per testimoniare che il contratto di governo difende i diritti sociali di tutti".

Sardegna Pride, a Cagliari sfila l'orgoglio gay
Sardegna Pride, a Cagliari sfila l'orgoglio gay
Sardegna Pride, a Cagliari sfila l'orgoglio gay
Simboli arcobaleno e striscioni
Simboli arcobaleno e striscioni
Simboli arcobaleno e striscioni
Il raduno in via Sant'Alenixedda
Il raduno in via Sant'Alenixedda
Il raduno in via Sant'Alenixedda
Uno dei partecipanti
Uno dei partecipanti
Uno dei partecipanti
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Un intervento dal palco
Un intervento dal palco
Un intervento dal palco

"Questo grande corteo, che è sicuramente un colorato momento di festa, è in primo luogo un'occasione di rivendicazione politica", ha scritto il coordinamento Sardegna Pride, in un altro documento, che contiene in maniera sintetica le istanze al governo e l'invito alla riflessione rivolto all'opinione pubblica.

"Al grido di 'Esistiamo, resistiamo!' - si legge nella nota - il movimento Lgbt e queer della Sardegna intende rimarcare la propria esistenza, e il diritto a una libera affermazione della propria soggettività in tutti contesti, lavoro, famiglia, scuola e in tutti luoghi laddove esistano ostacoli alla propria autodeterminazione.

Le tematiche di genere sono scomparse dall'agenda politica durante la passata campagna elettorale, ma mai avremmo pensato che nel governo cosiddetto del cambiamento il ministro della famiglia Lorenzo Fontana ci facesse persino tornare indietro, imponendo il modello (presunto) tradizionale di famiglia su tutte le altre forme di relazioni significative fra le persone".

Ancora: "Scomparire completamente dal dibattito pubblico e ritornarci come persone oggetto di discriminazione e sberleffo, da parte di esponenti pubblici e politici, comporta sia la messa in discussione dei diritti, sia la creazione di un terreno fertile per razzismo, sessismo e omofobia".

Il Coordinamento ha portato in corteo un drappo rosso "come il sangue che sta macchiando le coscienze europee davanti alla tragedia dell'immigrazione nei nostri mari".

Mariella Careddu

L'INTERVENTO DI ZEDDA - VIDEO:

IL CORTEO:

DANZE E COLORI:

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INTERVISTA A MONICA CIRINNA':

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