I giudici della Corte d'Assise d'appello di Catania hanno confermato la condanna a 30 anni a Veronica Panarello, accusata di aver ucciso il figlio di 8 anni, Loris Stival a Santa Croce Camerina (Ragusa).

La corte non ha concesso le attenuanti generiche che avrebbero alleggerito la condanna quasi della metà, portandola a 16 anni.

Per la prima volta si è presentato in aula anche Davide Stival, il papà del bambino assassinato.

Veronica subito dopo la sentenza si è scagliata contro il suocero Andrea Stival, minacciandolo di morte ("Ti ammazzo con le mie mani"), e contro i giornalisti. In particolare contro il giovane cronista di Quarto Grado che ha seguito la sua storia, Simone Toscano: "Prega Dio che ti trovo morto, perché ti ammazzo con le mie mani quando esco".

"Va bene così, anche se mi aspettavo qualcosa in più. Con mio figlio ho ricucito", ha affermato Andrea Stival, nonno di Loris accusato dalla stessa Veronica di aver ucciso il bambino.

IL CASO - Il 29 novembre 2014 Veronica Panarello si presenta alla stazione dei Carabinieri per sporgere denuncia per la scomparsa del figlio. Racconta di averlo accompagnato a scuola, ma quando è andata a prenderlo all'uscita le maestre "hanno detto che non è mai entrato".

Partono le ricerche, e nel pomeriggio un contadino chiama i carabinieri per dire di aver trovato il cadavere di un bambino in un canale all'estrema periferia del paese siciliano.

Veronica viene subito interrogata e poi arrestata con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere.

L'autopsia e le successive indagini hanno stabilito che il piccolo Loris era morto tra le 8.30 e le 10 del mattino, strangolato con delle fascette di plastica.

Veronica si è sempre dichiarata innocente.

(Unioneonline/L)

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