"Non vi erano elementi di criticità: era una normale compravendita, ma esisteva una quota in nero. Un importo importante perché l'affare si aggirava attorno al milione di euro". Così il parlamentare Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha raccontato davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Cagliari il suo interessamento professionale, da commercialista, nella compravendita di un terreno a Villasimius finito al centro dell'inchiesta su un presunto riciclaggio di soldi.

Nel processo ci sono coinvolti l'europarlamentare di ForzaItalia, Salvatore Cicu, l'ex sindaco di Sestu Luciano Taccori e l'ex consigliere sestese Paolo Cau, assieme ad altri 13 imputati campani.

"Non sono a conoscenza di come si misero in contatto gli acquirenti campani con i venditori sardi - ha precisato Cappellacci, rivelando di essere intervenuto professionalmente su richiesta di Salvatore Cicu.

"La parte in nero, 200 o 300mila euro, sarebbe dovuta andare ai tre comproprietari (Cicu, Cau e Taccori, ndr) - ha confermato l'ex governatore della Sardegna - feci alcuni incontri, ma poi non arrivai a occuparmi del contratto definitivo".

E rispondendo alla difesa di Cicu, il commercialista ha poi chiarito che la sua attività nella vicenda si era interrotta prima della definitiva compravendita. In precedenza, sul banco dei testimoni, era salito l'ingegner Alfredo De Lorenzo (ex dirigente dell'Anas) che ha svelato di essere stato lui a mettere in contatto l'imputato campano Bartolomeo Piccolo con i venditori (dichiarando di non conoscere né Cicu, né Cau, né Taccori) attraverso l'architetto cagliaritano con il quale aveva lavorato.

"Ho lavorato due anni in Campania - ha detto De Lorenzo - Bartolomeo Piccolo venne presentato alla mia segreteria dalla segreteria dell'onorevole Gianfranco Fini. A quell'epoca era normale perché l'Anas era fortemente politicizzata. Piccolo, sapendo che vivevo in Sardegna, mi chiese se sapessi di un terreno per investimenti immobiliari, così lo misi in contatto con l'architetto".

La vicenda processuale è legata alla vendita di un terreno a Villasimius da parte della società Turicost di Paolo Cau - nella quale Cicu e l'allora sindaco di Sestu Taccori sarebbero stati dei soci occulti - ad una cordata di imprenditori campani che poi ha realizzato il villaggio turistico S'Incantu, successivamente sequestrato in via cautelare dalla Direzione distrettuale antimafia. Prossima udienza il 4 luglio.

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