Dopo 13 ore di negoziati, nella notte è arrivato l'accordo dei 28 Paesi al tavolo del vertice al Consiglio europeo a Bruxelles.

Al centro del documento, articolato in 12 punti, il tema dei migranti.

Premessa dell'intesa il fatto che l'approccio al tema della migrazione rappresenti una sfida non di un "singolo Stato membro", ma dell'"Europa nel suo insieme", che dal 2015 ha posto in essere una serie di misure per controllare le sue frontiere esterne, ottenendo un calo del 95% del numero di attraversamenti illegali.

Il Consiglio europeo, si legge ancora nel documento, intende proseguire in questa direzione e rafforzare questa politica, con alcune nuove misure.

Per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo centrale, "l'Ue continuerà a stare dalla parte dell'Italia", con la proposta di accrescere il suo sostegno a favore della regione del Sahel, della guardia costiera libica delle comunità costiere e meridionali.

Per questo motivo "tutte le navi operanti nel Mediterraneo devono rispettare le leggi applicabili e non interferire con le operazioni della guardia costiera libica", si dice nell'accordo.

In merito alla rotta del Mediterraneo orientale, l'obiettivo è invece quello di attuare pienamente la dichiarazione Ue-Turchia, in modo da impedire nuovi attraversamenti da Ankara, e sostenere i Paesi partner dei Balcani.

Come chiesto dall'Italia, le conclusioni del Vertice parlano di "un nuovo approccio fondato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri per gli sbarchi di chi è salvato nelle operazioni di ricerca e soccorso" in mare.

In questo contesto, i leader chiedono alla Commissione di "esplorare rapidamente il concetto di piattaforme regionali di sbarco" nei Paesi terzi che dovrebbero "operare distinguendo le situazioni individuali dei migranti".

Chi viene salvato dovrà dunque essere preso in carico, sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti negli Stati membri, solo su base volontaria, dove avverrà un processo di identificazione che consentirà di distinguere tra migranti irregolari, che saranno rimpatriati, e quelli che necessitano di protezione internazionale, che potranno restare in Europa.

Inoltre, il Consiglio europeo intende trasferire 500 milioni di euro al Fondo fiduciario dell'Ue per l'Africa, per stringere la partnership con i Paesi di questo continente e aiutare il loro sviluppo locale.

Infine, come chiesto dai paesi di Visegrad, il documento fa un accenno alla riforma del regolamento di Dublino, che sancisce la responsabilità del Paese di primo ingresso dei migranti, nella parte relativa all'asilo: il Consiglio europeo ribadisce che una decisione sul regolamento dovrà essere presa per consenso all'unanimità degli Stati membri, e non con la semplice maggioranza qualificata.

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata