"Ai camorristi dico: svegliatevi, pentitevi, convertitevi, prima che vi sveglino i carabinieri all'alba per arrestarvi". Dopo queste parole sono piovute sulla testa di don Salvatore Purcaro un fiume indicibile di minacce e insulti.

Tutti arrivati via Facebook, da dietro una tastiera. Perché, dall'altra parte dello schermo, un parroco della provincia di Napoli – precisamente, il "titolare" della parrocchia di Brusciano – ha "osato" opporsi al "Sistema".

Le minacce, però, non sono rimaste inosservate agli occhi dello Stato. No.

Don Purcaro ha incontrato alcuni suoi detrattori, ha discusso con loro. E oggi è stato chiamato dal ministro della Giustizia in persona.

"Ho ricevuto questa mattina la telefonata del ministro Alfonso Bonafede. Un colloquio che avvicina le Istituzioni alla vita reale del Paese, soprattutto che riconosce il prezioso compito di ogni parroco e delle parrocchie a servizio dei nostri territori. Un gesto di delicata attenzione non solo a me personalmente, ma alla comunità cristiana che lavora a servizio del bene comune in questi territori difficili", ha scritto il sacerdote sul social in blu, convinto ancora di più della bontà della sua battaglia.

Convinto ancora di più nella sua missione di convertire i mafiosi, per restituire persone nuove alla società civile. Persone che possano seguire la strada tracciata dal Cristo per la "Salvezza", piuttosto che i tortuosi e mortiferi sentieri della criminalità.

"Una conversazione tra credenti impegnati sul territorio.

Il ministro mi ha dato appuntamento prossimamente a Roma. Nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II nella Gaudium et spes, sono convinto che la comunità dei cristiani debba collaborare con tutti per la salvezza integrale dell'uomo. È proprio questa sinergia tra le istituzioni che fa quadrato intorno alla malavita e genera percorsi di riscatto", ha spiegato don Salvatore.

Per poi concludere: "Ho ringraziato il ministro, ho sottolineato la bellezza della nostra Brusciano che può contare i malviventi mentre le persone perbene sono innumerevoli. Amiamo il nostro Stato, riconciliamoci con gli organi costituzionali, i diritti se non passano per la giustizia diventano concessioni mafiose".

(Unioneonline/DC)
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