Il premier Giuseppe Conte ha bloccato l'adozione delle conclusioni della prima parte del vertice europeo a Bruxelles, spiegando che l'Italia intende dare un voto sull'intero documento, compresa la parte dei migranti in discussione stasera. Un eventuale veto stopperà tutto.

Su richiesta di Roma, al consiglio Ue si cerca un'intesa sul principio di responsabilità condivisa per lo sbarco dei migranti.

HOT SPOT - L'altro secco "no" del nostro Paese riguarda la proposta della Francia di creare hot spot "di nuova generazione", così sono stati definiti, in vari Stati europei, ma in particolare in quelli che si occupano della prima accoglienza, come l'Italia. Finanziati dall'Europa, dovrebbero avere come finalità quella di smistare i migranti nel più breve tempo possibile.

La precisazione è arrivatat poco dopo: "Hot spot sì ma solo per gli Stati che danno disponibilità e soprattutto non solo in Italia, ma in tutti i porti affacciati sul Mediterraneo".

Secondo tema fondamentale da affrontare, l'accordo sui movimenti secondari.

In gioco c'è la partecipazione a Schengen, il trattato internazionale che regola le aperture delle frontiere tra i paesi firmatari.

Senza unità, il piano B è andare avanti con una coalizione di volonterosi, che aderiscono alla solidarietà.

Chi non partecipa sarà estromesso dall'area di libera circolazione.

MALTA - Malta intanto ha deciso di inibire l'uso dei suoi porti alle navi delle Ong.

Conte nel pomeriggio aveva avvisato: "Oggi toccheremo con mano se la solidarietà in Europa esiste o meno. Se dalle parole si vuole passare ai fatti. Capiremo se davvero l'Europa vuole gestire in maniera solidale il fenomeno migratorio. Compromessi al ribasso non li accetteremo".

"L'Italia - ha aggiunto - la sua buona volontà l'ha sempre dimostrata. Se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri Paesi europei, potremmo chiudere questo Consiglio senza approvare conclusioni condivise".

Si è anche saputo dell'improvvisa cancellazione della conferenza in programma tra Jean-Claude Juncker e Donald Tusch, proprio perché l'Italia aveva espresso la sua riserva.

FRANCIA - Il presidente francese Emmanuel Macron a margine del Consiglio Europeo ha commentato così: "Ora discuterò con il gruppo di Visegrad e con il primo ministro italiano e sono convinto che alla fine della giornata potremo arrivare a dei risultati, nessuna soluzione può essere solo nazionale e non cooperativa. La soluzione deve essere basata sull'Europa e sulla cooperazione, con i rapporti con i Paesi terzi, la protezione dei nostri confini e una maggiore solidarietà tra gli Stati membri".

"Credo che quando c'è la volontà, quando c'è la prospettiva e ci sono i progetti - ha poi spiegato -, allora puoi convincere. Farò del mio meglio per convincere i nostri partner ad avere un approccio cooperativo sulle migrazioni e a fare progressi. Abbiamo fatto molti progressi sulla difesa".

Sulla stessa lunghezza d'onda il primo ministro belga Charles Michel: "Nell'Ue abbiamo l'abitudine di negoziare a 27 o a 28. Ci sono sempre delle minacce o delle prese di posizione 'muscolari'. Quello che conta è la capacità di assumersi delle responsabilità ed è ben più coraggioso prendere delle decisioni che non prenderne".

(Unioneonline/M)

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