Sgominata a Roma la "Banda del jammer". A finire in manette sono otto italiani e un tunisino.

L'indagine, denominata "Irriducibili", ha fatto emergere come questa banda mettesse a segno i propri colpi, grazie all'utilizzo di un jammer a 12 frequenze: un apparecchio capace di disabilitare nel raggio di decine di metri, non solo gli apparati telefonici e radio, ma anche le frequenze delle telecamere di sorveglianza.

Due persone sono finite in carcere, sei all'obbligo di dimora nel Comune di residenza, con contestuale obbligo di presentazione in caserma e di permanenza in abitazione in orari notturni, una all'obbligo di firma quotidiano.

Tra i furti in abitazione, emblematico il colpo messo a segno in casa di un pensionato che custodiva alla vecchia maniera "sotto il materasso", ben 220mila euro, risparmi di una vita e che ingenuamente aveva confessato di avere a casa ad un uomo poi risultato di fatto il basista e complice della banda.

Particolare anche il modo di mettere a segno i colpi agli sportelli bancomat, ai quali i componenti della banda accedevano indisturbati sostituendo, per brevi periodi che intercorrevano tra il giorno di ricarica del denaro a quello del furto, la serratura d'ingresso.

Una volta sostituita, i ladri travestiti da metronotte con tanto di tessera di riconoscimento e divisa, si introducevano all'interno e riproducevano, manualmente, la chiave d'apertura della cassa continua che, associata alla combinazione a tempo ricavata mediante l'utilizzo di sviluppatore di algoritmo, faceva sì che la cassaforte si aprisse potendo rubare il denaro contenuto all'interno.

(Unioneonline/DC)

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