"In carcere Massimo deve aver saputo chi uccise Yara".

Lo ha detto Laura Letizia Bossetti - la sorella del carpentiere di Mapello (Bergamo) condannato in secondo grado all'ergastolo per il delitto di Yara Gambirasio, la 13enne trovata morta nel 2011 - al settimanale "Giallo".

Sulla dichiarazione subito è arrivato il commento di Claudio Salvagni, uno dei legali di Bossetti, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus: "L'ho incontrato di recente. A mio modo di vedere la signora Laura Bossetti ha completamente frainteso le parole del fratello; a differenza della sorella, vedo Massimo Giuseppe Bossetti molto spesso. Lui non ha alcun sospetto su nessuno".

"Queste cose non ci interessano. Ognuno può esprimere le proprie opinioni, anche la sorella di Massimo Bossetti anche se quello che dice non lo condivido. Conoscono Massimo Bossetti perfettamente e posso assicurare che non sta coprendo nessuno", ha detto ancora l'avvocato, che ha avviato il ricorso in Cassazione.

Poi Salvagni ha ribadito l'innocenza del suo assistito: "L'assassino non è lui. Il significato era chiaro. Bossetti è innocente quindi l'assassino è ancora fuori. Lo ribadisco anche io. Tutto il resto sono speculazioni totalmente destituiti di alcun fondamento, inutili e anche dannose. Si associano queste dichiarazioni a strategie della difesa. Assolutamente no".

Il legale inoltre ha parlato della perizia del Dna, che secondo lui potrebbe scagionare Bossetti: "Negare a oltranza la perizia, come avvocato, mi fa venire qualche sospetto. Non ci può essere un ossequio nei confronti di qualcosa svolto da una parte processuale, l’accusa, quando Bossetti ancora non esisteva e non era neanche indagato. Ricordiamo che ci sono le provette al San Raffaele di Milano: perché non fare questo confronto? Non serve essere grandi giuristi per capirlo. Se poi dopo le analisi del Dna verrà confermato che è il suo allora continuerà a scontare la sua pena. Altrimenti dovrà essere liberato".

(Unioneonline/F)

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