Quando gli impiegati del Museo della Tonnara di Stintino hanno trovato e poi aperto quegli "stracci" rigonfi adagiati in cassette di plastica abbandonati davanti all'ingresso non hanno creduto ai loro occhi.

All'interno di quegli involti, infatti, qualcuno aveva sistemato antichi reperti dal grande valore archeologico.

Qualcuno che ne è venuto chissà come in possesso e ha voluto riconsegnare al paese importanti pezzi di storia; qualcuno che li ha trovati per caso e ha pensato bene di lasciarli dove avrebbero potuto essere custoditi; qualcuno che forse li aveva rubati e che poi si è pentito.

Sia come sia ora il Museo, il Comune di Stintino e la Soprintendenza di Sassari, cui è stata sporta denuncia di ritrovamento, dovranno trovare degna collocazione a dodici oggetti di vita quotidiana di epoca romana e medievale, tra cui un'anfora, una brocca, piatti e tazze. Su tutti, le tracce inconfondibili del mare, in fondo al quale devono essere rimasti a lungo.

Un indizio sulla loro provenienza è dato da un post-it, attaccato alle cassette dall'anonimo di cui sopra, con la scritta: "Reperti Pelosa".

Non è la prima volta che al Museo di Stintino diretto da Esmeralda Ughi si registra una simile "donazione".

Sempre all'ingresso del museo, ricordano i responsabili, "due anni fa erano stati fatti ritrovare numerosi resti archeologici, tra i quali spiccavano un'ancora in piombo del periodo romano e un pezzo, presumibilmente, di un sarcofago che portava in rilievo l'immagine di una Vittoria alata, adesso nuovi reperti vengono restituiti al patrimonio pubblico".

Ora è accaduto di nuovo.

Due piatti, ritrovati anch'essi davanti al museo
Due piatti, ritrovati anch'essi davanti al museo
Due piatti, ritrovati anch'essi davanti al museo

"Il museo di Stintino è anche questo - ha commentato il sindaco Antonio Diana- ci sta facendo riscoprire la storia antica di questo territorio. E ancora, muove le coscienze e fa restituire al patrimonio comune questi oggetti".

Questo tipo di gesti, quindi, "possono servire a far capire che portare via dai luoghi questi reperti è sbagliato - ha detto il soprintendente Francesco Di Gennaro- si tratta di mezzi di conoscenza che devono essere raccolti con metodi scientifici e contestualizzati nell'ambito del loro ritrovamento".

(Unioneoline/l.f.)
© Riproduzione riservata