Trent'anni di carcere, senza alcuna attenuante, per Giovanni Murru, l'ex tabaccaio di Iglesias che il 2 marzo dell'anno scorso uccise, con dieci coltellate, la giovane moglie Federica Madau, che voleva separarsi.

Erano passate da poco le 13.40 quando il giudice Ermengarda Ferrarese ha letto la sentenza, dopo alcune ore di camera di consiglio.

L'uomo, difeso dall'avvocato Gianfranco Trullu, era presente in aula. Non c'erano i familiari di Federica, rappresentati dagli avvocati Annarella Gioi, Duilio Ballocco e Alessandra Ibba.

Accolta in pieno la richiesta del pubblico ministero Danilo Tronci, che aveva formulato l'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di coniugio, scaturita a seguito della ricostruzione del tragico episodio effettuata dai poliziotti coordinati, allora, dal vice questore aggiunto Fabrizio Figliola che dirigeva il commissariato di Iglesias.

Tra novanta giorni le motivazioni della sentenza.

Un giorno tragico per Iglesias, il 2 marzo 2017. La città intera, e non solo, rimase sgomenta di fronte all'assurdità di un fatto così efferato.

Federica - che aveva deciso di separarsi dal marito perché già autore, nei suoi confronti, di atti violenti - era ritornata a vivere nella casa dei genitori (poco distante da quella di Murru) qualche mese prima della tragedia.

La sera dell'omicidio (era quasi ora di cena), Federica aveva appena preparato la tavola quando lui la chiamò perché andasse a prendere le bambine. "State tranquilli, ci vediamo dopo", disse ai genitori Andreano Madau e Anna Paola Porcu, chiudendo la porta dietro di sé. Ma non è più tornata.

LA CONFESSIONE:

LETTERA DAL CARCERE:

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