Prima il padre l'ha costretta a denunciare un falso stupro per "salvare la sua reputazione", poi il fidanzato l'ha obbligata ad abortire.

Vittima delle azioni dei due uomini una 20enne di origini cingalesi.

Ora sei persone rischiano di finire a processo: tre per calunnia (la stessa ragazza, il padre e una zia), e tre per procurato aborto non consensuale.

I fatti risalgono allo scorso marzo quando, dopo aver saputo che la figlia era incinta, il 44enne l'aveva costretta a non incontrare più il fidanzato.

Allora la giovane era scappata di casa. La sua fuga aveva portato il genitore a sporgere denuncia per la sua scomparsa.

Dopo due settimane, la ragazza era tornata: a quel punto il padre l'aveva costretta a denunciare ai carabinieri il giovane e due suoi amici per i reati di sequestro di persona e violenza sessuale, in modo da poter "salvaguardare il suo onore".

Pochi giorni dopo la ragazza è tornata dai militari, raccontando una nuova versione dei fatti.

Negando le prime accuse, ha dichiarato che i tre le avevano somministrato, a sua insaputa, un medicinale per procurarle un aborto.

Sembra che la sostanza sia stata fatta arrivare dallo Sri Lanka.

La 20enne ora si trova in una struttura protetta.

(Unioneonline/F)
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