Mentre Salvini tira dritto sulla discussa proposta di censire i campi rom, Di Maio durante le registrazioni di "Porta a Porta" frena e lancia la sua battaglia.

"Secondo la Costituzione i censimenti su base razziale non si possono fare - dice il ministro del Lavoro -. Ci sono altri censimenti politici da fare, innanzitutto sui raccomandati nelle aziende dello Stato".

"Anche alla Rai, ad esempio", aggiunge, in vista del rinnovo del Cda in scadenza al 30 giugno. "Nessuna azione intimidatoria, ma se c'è governo del cambiamento, bisogna cambiare il fatto che i furbi hanno superato gli altri".

LA POLEMICA DEL PD - La proposta solleva le immediate proteste del Pd: "Schedare i dipendenti Rai? - scrive su Facebook il deputato dem Michele Anzaldi -. Mai si erano sentiti toni del genere, così intimidatori, anche contro i dipendenti della pubblica amministrazione. Ecco perché Luigi Di Maio ha tenuto la delega alle Comunicazioni. Come fa il presidente Fico a non prendere le distanze?".

"Di Maio è ossessionato - prosegue Anzaldi - dal controllo di Viale Mazzini e dalla lottizzazione delle poltrone: le sue dichiarazioni umiliano tutti i dipendenti del servizio pubblico e sono l'ennesima gravissima intimidazione, dopo le minacce di epurare i direttori".

SUI MIGRANTI - Di Maio, sempre nel salotto Rai di Bruno Vespa, appoggia la politica della Lega sul fronte del regolamento dei flussi migratori. "D'ora in poi nulla sarà come prima, adesso si è svelato il grande problema della Ue: avevano tutti i porti chiusi tranne noi".

"Con qualche sano no otterremo tanti sì per gli italiani", ha proseguito il leader del M5S, aggiungendo: "L'Italia non si accoda più. Ora inizia l'era dei sì e dei no".

(Unioneonline/D)

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