Un debutto molto delicato quello di Giuseppe Conte, alle prese ieri con il primo incontro bilaterale con un leader europeo.

Summit arrivato peraltro dopo giorni di aspra tensione tra Italia e Francia dovuta al caso Aquarius, e inevitabilmente incentrato sul tema migranti.

Strette di mano, sorrisi, toni cordiali e identità di vedute tra i due leader, che si sono detti pienamente d'accordo sulle modifiche alle regole di Dublino, come ha sottolineato l'Eliseo.

Intesa di massima anche sulla creazione di hotspot nei Paesi africani (Libia e Niger in primis) per fermare i flussi in Africa e chiudere la rotta del Mediterraneo, anche se l'Eliseo si è concentrato molto più sulla riforma del Trattato di Dublino, che prevede (secondo una modifica approvata nel 2003 e sottoscritta dal governo Berlusconi-Bossi-Fini) che la richiesta d'asilo avvenga nel Paese di sbarco e penalizza oltremodo l'Italia e gli stessi migranti che sbarcano sulle nostre coste con l'obiettivo di raggiungere altri Stati europei.

Tuttavia, se è vero che il clima è cambiato rispetto ai giorni scorsi, restano gli attriti.

Matteo Salvini in comizio a Orbassano
Matteo Salvini in comizio a Orbassano
Matteo Salvini in comizio a Orbassano

Che si sono palesati soprattutto su Matteo Salvini, in queste prime settimane dominus del governo. Conte ha rivendicato "piena condivisione" con le mosse del ministro dell'Interno, ma Macron ha lanciato una doppia stoccata al leader del Carroccio.

Prima quando ha detto che le decisioni di un Paese "vengono assunte dai capi di Stato e di governo". Poi quando ha fatto riferimento a un asse tra i ministri dell'Interno di Italia, Germania e Austria per fronteggiare la questione migranti: "Diffido di queste formule che non ci hanno mai portato tanta fortuna nella storia", ha affermato, riferendosi evidentemente all'asse della Seconda Guerra Mondiale.

Macron pare insomma voler sfruttare l'Italia e sopratutto i 5S come un'arma per arrivare a un'ampia riforma della Ue, in senso più europeista però come ha sempre sostenuto sin da quando ha fondato En Marche. Per farlo però deve isolare Matteo Salvini, il cui obiettivo sembra totalmente diverso: il capo del Viminale guarda all'Ungheria Orban e ai Paesi dell'Est, all'Austria e anche alla Germania, ma nel tentativo di mettere in difficoltà Angela Merkel tramite il suo rapporto privilegiato con il ministro dell'Interno Seehofer.

Paesi dell'Est che sono i primi ad opporsi a una riforma del Trattato di Dublino e ai ricollocamenti dei migranti negli altri Stati Ue: segno che il vero scopo di Salvini non è ottenere più solidarietà dagli europei, ma chiudere definitivamente le porte ai migranti.

(Unioneonline/L)

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