Chi vive nei siti contaminati del Sulcis ha in media un rischio di morte più elevato del 4-5% rispetto a chi abita in altri territori "non a rischio".

Lo afferma la nuova edizione dello studio "Sentieri", curato dell''Istituto superiore di Sanità, che ha analizzato lo stato di salute dei residenti delle 45 aree ad alto inquinamento italiane negli anni 2006-2013.

Un elenco che comprende, oltre alle miniere sulcitane, anche le aree delle acciaierie delll'Ilva di Taranto e del petrolchimico di Porto Marghera e Gela.

Si tratta di sei milioni di persone residenti in 319 Comuni.

Nella ricerca l'Iss evidenzia come, in assenza di opere di risanamento, in otto anni in questi territori siano morte quasi 12mila persone, di cui 5.285 per tumori e 3.632 per malattie cardiocircolatorie

In queste aree i tumori maligni sono in aumento del 9% tra i più giovani (da 0 e 24 anni).

Il numero di malattie tumorali per i giovani rispetto ad altre zone non inquinate è superiore del 62% per i sarcomi dei tessuti molli, del 66%per le leucemie mieloidi acute; del 50% per i linfomi non Hodgkin.

Anche per i giovani tra 20 e 29 anni che vivono in queste aree si registra un eccesso del 50% di linfomi Non-Hodgkin e del 36% di tumori del testicolo.

Più alto, rispetto alle aree non contaminate, del 6-8% anche il numero di bambini e ragazzi ricoverati per tutte le patologie.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata