In merito alla situazione del punto nascita di La Maddalena, l'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru ha ricevuto una lettera firmata da Elsa Viora, presidente nazionale dell'Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), Giovanni Scambia, presidente nazionale della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (SIGO), e Nicola Colacurci dell'Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI).

"Crediamo sia essenziale - si legge nella comunicazione - fornire alle donne che abitano nell'isola di La Maddalena alcune informazioni, non per fare terrorismo psicologico ma perché è opportuno che le donne siano consapevoli ed informate correttamente delle condizioni di "non sicurezza" in cui si troverebbero a partorire".

Partendo dal presupposto che la gravidanza fisiologica sia definita come tale "solo a posteriori, vi sono elementi che consentono di individuare fattori di rischio che devono indurci ad offrire alla donna un percorso assistenziale adeguato quindi con accertamenti addizionali, con l'intervento di figure professionali che abbiano competenze specifiche di quella patologia".

In caso di fattori di rischio, spiegano gli esperti, "è necessario attivare un percorso assistenziale adeguato. Purtroppo anche quando nessun fattore di rischio è stato evidenziato durante la gravidanza né è presente all'inizio del travaglio, eventi sfavorevoli inattesi e imprevedibili possono insorgere durante il travaglio o nelle prime ore dopo il parto, anche se gli operatori sanitari presenti, medico ed ostetrica, sono esperti".

Indispensabile, quindi, intervenire tempestivamente con risorse umane, organizzative e strumentali idonee; ecco perché, prosegue la lettera, "è essenziale poter garantire a tutte le donne in gravidanza, anche a quelle che abitano nell'isola di La Maddalena, una assistenza adeguata durante la gravidanza e il parto per consentire loro di partorire in sicurezza e garantire ai loro figli di nascere in condizioni di sicurezza".

"Il 'problema' del Punto Nascita dell'isola La Maddalena - si legge ancora - non può né deve sottostare a logiche politiche o di costi economici ma deve essere affrontato considerando, prima di ogni altro aspetto, la sicurezza delle donne e dei bambini. Partorire in condizioni in cui i requisiti essenziali non ci sono rappresenta un rischio per le donne e i bambini e di questo la popolazione deve prendere coscienza. Considerato che: nell'ultimo anno sono stati espletati 3 parti; non vi sono nel PN i requisiti essenziali per garantire la sicurezza di mamma e bambino, sia organizzativi sia di risorse strutturali (non c'è centro trasfusionale, non c'è la chirurgia, non c'è guardia attiva H24 per nessuna specialità, la sala operatoria non è a norma, non vi è un lavoro di équipe collaudato); si sono verificati near miss, risolti solo grazie ad un trasferimento immediato ma in condizioni critiche; l'organizzazione della Regione Sardegna ha previsto dal 30 giugno 2018 un servizio di elisoccorso con Stam e Sten; non vi è alcun motivo di tenere aperto il Punto Nascita La Maddalena. Questa richiesta non è conseguenza di una visione unilaterale da parte degli operatori né una difesa di categoria ma è volta alla tutela della salute/vita di donna e neonato".

(Unioneonline/s.s.)

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