Tre persone sono indagate nell'inchiesta aperta dalla Procura di Pescara sulla vicenda di circa 180 bambini iscritti in diverse scuole della città e finita in ospedale con sintomi come vomito, diarrea, febbre e disidratazione provocati molto probabilmente dal batterio Campylobacter.

Mentre procedono le analisi dei campioni prelevati sui bimbi finiti in ospedale, molti dipendenti della società di refezione scolastica sono andati volontariamente a sottoporsi ad analisi.

Ma la società di ristorazione si difende: non è colpa del cibo, sostiene, ma dell'acqua.

"Vista l'ordinanza del comune di Pescara in cui recentemente si è vietato l'utilizzo dell'acqua destinata al consumo umano, è ragionevole pensare che gli episodi non siano da associare ai cibi somministrati dalla società". Inoltre, fa notare l'azienda, "l'infezione da Campylobacter è associata prevalentemente al consumo di acqua o latte contaminati, alimenti consumati crudi e, occasionalmente, carne di pollo".

(Unioneonline/L)

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