Nella rete dei pescatori non sono finiti solo i pesci ma anche vecchie nasse, palamiti, scatolette di latta e molta plastica.

In banchina ad attenderli c'erano I bambini della scuola Bellieni che hanno potuto osservare i rifiuti ritrovati sui fondali.

Si è conclusa così la prima tappa di Clean Sea Life, progetto del programma Life della Comunità Europea che vede come capofila il Parco Nazionale dell'Asinara.

Una giornata di educazione ambientale per la tutela dei mari aggrediti dai rifiuti pescati e spesso rigettata in mare, per l'assenza di una normativa adeguata. In Italia a differenza del resto dell'Europa manca una filiera che ne assicuri lo smaltimento.

Gli studenti attrezzati con guanti e buste hanno raccolto in venti minuti circa tre chili e mezzo di microplastiche e lattine portate dal mare, ma anche lenze abbandonate dai pescatori occasionali, cicche di sigaretta e altro materiale.

Con loro gli operatori di Clean Sea Life e del Parco per spiegare quali degli oggetti raccolti sono da considerare rifiuti e quali no, ricordando inoltre l'importanza della poseidonia per il mantenimento dell'ecosistema marino e per l'azione di contrasto all'erosione.

"Abbiamo accolto con entusiasmo questa iniziativa - sottolinea l'assessora all'Ambiente, Cristina Biancu - perché la formazione e l'educazione sono alla base della creazione della coscienza civica dei ragazzi. Inoltre, abbiamo cercato di far capire quanto sia importante il dialogo fra enti, perché questa pratica ha necessità di essere regolamentata a livello nazionale".

Il progetto sostenuto dal Comune di Porto Torres ha visto la collaborazione di Capitaneria, Port Authority e alcuni pescherecci.
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